Città apatica, flop per il comico di Colorado

FELTRE. L'offerta era allettante: uno spettacolo comico con due tra i più acclamati protagonisti di Zelig e Colorado, Sergio Chiodaroli (il panettiere più famoso d'Italia) e Marco Della Noce diventato famoso per le sue gag da capo meccanico della Ferrari. Costo del biglietto per entrare sabato sera all'auditorium canossiano: 15 euro. Tanti? Pochi? Chissà. Certamente non più di quanto un ragazzo spende mediamente in birre, benzina, sigarette, la pizza e chi ne ha più ne metta, un qualsiasi sabato sera. Va bene, c'è la crisi, ma nei fine settimana il movimento non manca. Perfino il centro di Feltre ha la sua piccola movida.
I due comici tirano proprio nel target giovanile e sembrava lo show giusto per smuovere le acque. Risultato? Cinquanta spettatori in tutto per uno spettacolo ridimensionato alla sola presenza di Chiodaroli (Della Noce non si è presentato in quanto malato) eppure godibilissimo, divertente, tanto quanto gli sketch televisivi. Alla fine il comico ha voluto recarsi all'uscita per salutare tutto il pubblico.
In prima fila alcuni bambini, poi, sparsi nella sala dell'auditorium il resto del pubblico (nemmeno tutto giovane) che ha riso a ripetizione alle battute dell'attore, il quale non si è affatto risparmiato malgrado la platea semivuota regalando un'ora e mezza di spensieratezza. Quanto accaduto sabato è comunque paradigmatico di ciò che vive la città, entrata in una sorta di apatia dove sembra non ci sia alternativa all'happy hour delle 18 o alla birra media dalle 21 in poi. Per carità, vanno bene pure quelli, ma se ogni tanto c'è un'altra opzione, perché lasciarla cadere nell'oblio. E non si può nemmeno dire che lo spettacolo non fosse pubblicizzato. Da un paio di settimane giravano tanti volantini, c'era anche qualche manifesto e la stampa locale aveva fatto il suo annunciando lo spettacolo.
Di sicuro l'agenzia Caba-ret di Martellago che ha organizzato l'evento non ci ha guadagnato e considerando il costo dell'affitto della sala e il cachet dell'artista c'è la quasi certezza che la serata si sia chiusa con i conti in negativo. Affari loro, dirà qualcuno.
Ma non è proprio così perché chi si è scottato una volta difficilmente rimette la mano. E tra i manager delle agenzie di spettacolo c'è un fitto passaparola che non mancherà di fare segnare la piazza di Feltre come tra quelle da evitare.
Insomma, una serata di qualità snobbata malamente dai destinatari principali, i giovani feltrini. A questo punto, visto il flop di sabato, difficile pensare a riproposizioni, almeno a breve termine, di spettacoli di uguale portata e richiamo. Così ancora una volta potrà tornare il consueto refrain: “A Feltre per i giovani non c'è mai niente”. E forse è giusto così.(r.c.)
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