Circuibile e influenzabile il ricco anziano bellunese

BELLUNO. È terminato a metà mattinata di ieri l’incidente probatorio sull’anziano bellunese, titolare di un immenso patrimonio da oltre venti milioni di euro. Al centro dell’inchiesta penale della procura della Repubblica di Belluno, c’è il medico bellunese Maurizio Guglielmo (difeso dall’avvocato Paolo Patelmo) indagato per circonvenzione d’incapace per essersi fatto nominare erede universale dell’immensa fortuna.
L'incidente probatorio, per il quale sono state necessarie due udienze, doveva servire per l'esposizione della perizia (ed il conseguente contraddittorio tra le parti) effettuata dal dottor Gian Paolo Urbani, primario di psichiatria dell'ospedale di Vittorio Veneto, incaricato dal giudice Aldo Giancotti di riferire delle condizioni psichiche e del grado di influenzabilità, all'epoca dei fatti, del settantaseienne da 20 milioni di euro. Stando a quanto s’è appreso, le conclusioni della perizia sarebbero favorevoli all’accusa. Lo psichiatra di Vittorio Veneto avrebbe sostenuto in perizia che la capacità del ricco anziano bellunese sarebbe alquanto scemata all’epoca dei fatti. L’anziano, dunque, sarebbe stato circuibile a causa della sua ridotta capacità d’intendere e volere. L’esito della perizia è stato fortemente contestato in aula dal difensore di Guglielmo, l’avvocato Patelmo, secondo il quale l’anziano ha dimostrato di essere perfettamente in grado di ricordare numerosi particolari della vicenda e ciò sarebbe inconciliabile con l’esito della perizia. L’inchiesta della procura, comunque, va avanti.
Il caso giudiziario, com’è noto, scoppiò all'inizio di dicembre del 2011 quando i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Belluno - dopo qualche mese d'indagini - bussarono alla porta dell'abitazione del medico con un mandato di perquisizione ed un avviso di garanzia. In sostanza, la procura sospetta che il medico abbia circuito l'anziano (parte offesa con gli avvocati Livio Viel e Annamaria Coletti), approfittando del suo stato di appannamento mentale, per farsi nominare erede universale della sua notevolissima fortuna: 20 milioni di euro, tra contanti e soprattutto immobili situati al Lido di Venezia e anche ad Acapulco, in Messico. Tra gli elementi di prova - secondo l'accusa - trovati nel corso della perquisizione di quel giorno esiste un documento dattiloscritto, denominato "le plan bleu", nel quale il medico descriveva tutte le strategie da adottare, per cercare di circuire il vecchia. Un documento che, invece, secondo la difesa, non avrebbe alcun peso probatorio. La procura ha aperto un fronte anche sul caso dell’eredità Zuppani, il cui beneficiario, all’inizio degli anni Duemila, fu proprio Guglielmo.
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