Cippi e monumenti lungo le strade del Bellunese

PIEVE DI CADORE. Tra le opere militari che ancora oggi sono visibili ai turisti che percorrono le strade delle Dolomiti dove ci sono stati i combattimenti della Prima Guerra Mondiale, ci sono cippi e monumenti eretti durante o subito dopo il periodo bellico. Uno dei più monumenti più visibili si trova all’incrocio della 48 delle Dolomiti, sul bivio, che da una parte porta a Misurina e dall’altra al Passo Tre Croci, per poi scendere a Cortina d’Ampezzo.
Il monumento è stato costruito in memoria dei Caduti del 54° Reggimento di Fanteria Ivrea della Brigata Umbria. Il reparto rimase a Cortina e nella Valle del Boite fino al 15 luglio del 1915, per poi stabilirsi in Val d’Ansiei per l’intero 1916. Nel momento dell’inizio delle ostilità, il 24 maggio, la Brigata era comandata dal Maggiore Generale Pietro Fioretta.
Un altro ricordo dei combattimenti, questa volta un semplice cippo, fu eretto nella zona Carbonin – Schluderbach, in Val Popena Bassa, per ricordare i Caduti del 23° Reggimento di Fanteria della Brigata Como, che nel 1915 era di stanza in Valle del Boite ed a Cortina d’Ampezzo. Con il 1916 la Brigata venne dislocata in Val Popena, sulle Alpi di Fassa, a Fossernica, nella vallata di Padola e nel 1917 nella zona di Lavaredo e Val Padola.
Un terzo ricordo – una lapide - venne eretta in località Val Cristallino, nella zona di Carbonin, per ricordare i Caduti del 53° Reggimento di Fanteria Vercelli della Brigata Umbria. Significativa la ricostruzione, seppur parziale, dei duri combattimenti che hanno motivato la costruzione dei tre monumenti. Le Brigate Umbria e Como, insieme al 17° Reggimento Artiglieria, appartenevano alla 2. Divisione. Allo scoppio della guerra, la brigata Como è schierata con le truppe della 2. Divisione, in occupazione avanzata in Valle del Boite (Sentinella Chiapuzza - Punta Caiella), a sbarramento della strada di Alemagna.
Allo scopo di approfittare della presupposta inferiorità numerica dell’avversario, la 2. divisione, che opera in Valle del Boite, riceve l’ordine di occupare subito, con decisa azione offensiva, quelle posizioni d'oltre confine (Dogana Vecchia), la cui conquista, quando il nemico avesse il tempo di portarvi forze adeguate, costerebbe gravi sacrifici. E pertanto la Brigata Como, dopo un rapido balzo avanti, il 29 maggio entra in Cortina d’Ampezzo e costituisce la linea dalla quale partirà poi l'attacco delle munite fortificazioni dietro le quali gli austriaci si sono ritirati. Già il 9 giugno, collegata a destra col 55° reggimento fanteria, e a sinistra col battaglione alpini Fenestrelle, la Brigata Como occupa Podestagno e nei giorni 13 e 15, insieme con le altre truppe della 2. Divisione, attacca più volte, invano, le posizioni dello sbarramento di Sam Pauses, preparate a difesa. Il contegno di tutte le truppe, ed in special modo quello del I°e 23°, è tanto encomiabile che il Comando della divisione ritiene opportuno segnalarlo ai superiori comandi. In questa azione il 23° subisce le prime e sensibili perdite: circa 180 uomini, dei quali 10 ufficiali. Il 30 giugno occupa, infatti, di sorpresa l’importante osservatorio nemico di Col Rosà. L'8 luglio la prima compagnia del 23° reggimento, insieme alla 83. compagnia Alpini, con audace colpo di mano, si impadronisce di un posto avanzato nemico, catturando una quindicina di prigionieri; il 19 il IV battaglione del 23° fanteria concorre con le truppe della 10. Divisione alla presa di Monte Piana, A metà d’ottobre le condizioni atmosferiche, finalmente favorevoli, consentono alla 2. Divisione di riprendere l’attacco delle pendici nord del Forame, dello Schonleitenschneit e del Rauchkofl per completare così la conquista del massiccio del Cristallo, già felicemente iniziata nel luglio con la occupazione del Cristallino e di Cresta Bianca. Vi prende parte, insieme alla brigata Umbria, la Como, che ha particolarmente il compito della conquista del Forame.
Il 21 ottobre il 24° fanteria dalla Val Grande penetra nella Valle delle sorgenti del Felizon, occupandone la testata; nella notte sul 23 perviene sino ai reticolati nemici del Forame, ma non riesce a superarli, perchè il nemico, forte della prevalente superiorità che gli deriva dal completo dominio del terreno, può respingere gli attaccanti ed infliggere loro sensibili perdite: circa 170 uomini dei quali 7 ufficiali. Un tributo di sangue solo all’inizio da ambo le parti.
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