Cibiana: riaperto il museo del ferro e della chiave

CIBIANA. Da giovedì 13 giugno, il museo del ferro e della chiave di Cibiana è nuovamente aperto. Inaugurato l’11 luglio 2015, essendo gestita dai volontari, in alcuni periodi la struttura è chiusa....

CIBIANA. Da giovedì 13 giugno, il museo del ferro e della chiave di Cibiana è nuovamente aperto. Inaugurato l’11 luglio 2015, essendo gestita dai volontari, in alcuni periodi la struttura è chiusa. Realizzato nelle vicinanze dell’Ufficio delle miniere, nella frazione di Cibiana di Sotto, il museo è l’edificio che meglio identifica e racconta la storia di Cibiana. «A dire il vero», spiega Lino Da Col, uno dei volontari che ha concorso alla nascita della struttura, «il nucleo abitato dov’è stato costruito il museo si chiama solo “Cibiana”, perché questo gruppo di case costituisce il primo centro abitato. Ancora oggi, quando un cibianese dice “vado a Cibiana”, intende dire si reca a Cibiana di Sotto».

Cosa custodisce il museo?

«L’esposizione», spiega Da Col, «ripercorre fra l’altro la storia delle attività minerarie di Cibiana; esse risalgono al XV secolo quando, dopo l’alleanza del Cadore con Venezia del 1420, la Serenissima incoraggiò la ricerca di nuove fonti di metalli e concesse molte nuove concessioni, dette “investiture”, per la coltivazione delle miniere e per lo sfruttamento di alcuni boschi per la produzione del carbone di legna necessario per il funzionamento dei forni e per la lavorazione delle forge. Per questo una parte del museo è dedicata alla realizzazione del “poiate” e al loro funzionamento per ricavare il carbone».

E le chiavi?

«Cibiana è stata per tanti decenni il centro della produzione delle chiavi», racconta Giulia Bianchi, un’altra volontaria che ha contribuito a costruire la struttura, «un’attività che in particolare nel XIX secolo fornì un contributo essenziale alla sopravvivenza della povera economia della valle. Nel secolo successivo la struttura produttiva si semplificò ma nel contempo si sviluppò fino ad un ruolo di eccellenza a livello nazionale. All’esposizione di Torino del 1884 la ditta “Prospero Bianchi e fratelli di Cibiana” ottenne la medaglia d’oro per la fabbricazione delle chiavi. Alla fine del XIX secolo, erano attive in paese una cinquantina di officine per la fabbricazione delle chiavi. Oggi è rimasta la Errebi, con 70 di posti di lavoro, che produce circa 25.000 chiavi al giorno e cui è dedicata una sezione del museo». (v.d.)

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