«Ciao vichingo»: l’ultimo saluto a Matteo

Sconcerto e dolore alle esequie del giovane deceduto nell’incidente stradale ai Molini. Il desiderio è che sia cremato
I funerali di Matteo Zanon morto precipitando con l'auto dal ponte nuovo in località molin
I funerali di Matteo Zanon morto precipitando con l'auto dal ponte nuovo in località molin

CHIES D’ALPAGO. Una grande folla silenziosa e commossa ha accompagnato ieri a Chies, nella chiesa parrocchiale, le esequie di Matteo Zanon, il giovane di 29 anni precipitato domenica sera con la sua auto nel torrente Funesia, in località Molini. Per dirimere l’afflusso delle centinaia persone giunte a testimoniare la loro vicinanza ai genitori, al fratello e a tutta la famiglia del ragazzo, si sono rese necessarie modifiche al traffico, mentre molte auto hanno dovuto trovare da parcheggiare dove hanno potuto.

Un funerale semplice, forse a indicare come era Matteo nella sua bontà e umanità descritte da tutti quelli che lo hanno conosciuto. Il feretro in chiesa hanno chiesto di portarlo gli amici di Matteo, quelli che con lui condividevano una profonda amicizia e la passione per la musica rock metallica. Intorno alla bara di legno chiaro, coperta da girasoli e dalla maglietta “metal” preferita da Matteo, si è stretta un’intera comunità fatta non solo da concittadini del giovane, ma da amici da tutto l’Alpago, colleghi di lavoro suoi e del padre Adelio, visibilmente provato dalla tragedia insieme alla moglie Cinzia, al fratello più piccolo, Elvi, alle nonne Valentina e Angela e agli zii. Giovani e vecchi, venuti per l’ultimo saluto a Matteo, addolorati e ancora increduli per l’accaduto, hanno ascoltato in chiesa, sul sagrato e in piazza le parole del parroco di Chies che ha invitato a provare a trasformare il dolore in preghiera, a dare un senso, perlomeno religioso, a ciò che ne appare privo. Fatalità infatti è la prima cosa che viene in mente ripercorrendo ciò che si sa di quell’incidente, di quel parapetto basso e poco resistente da cui è volato Matteo dopo una sbandata sull'asfalto viscido.

L'unico luogo forse su quella strada dove un errore o una distrazione poteva rivelarsi fatale. “Dov’era Gesù in quel momento?”, è la domanda che il parroco si è posto a nome di tutti, e alla quale lui stesso ha risposto: «Era accanto a Matteo e moriva con lui». Il vuoto, l’assenza quando muore un giovane appartenente a una piccola comunità è ancora maggiore, e Chies negli ultimi anni ha pagato un tributo altissimo in questo senso. Il sindaco Gianluca Dal Borgo è intervenuto, anche a nome della famiglia Zanon, troppo provata per parlare: «Matteo faceva comunità. Si capisce da tutta la gente che è venuta qui oggi a salutarlo. Andava d’accordo con tutti e stabiliva legami profondi con le persone. Alla famiglia di Matteo va la vicinanza e il sostegno di tutta la nostra comunità e l’invito a tener duro, perché gli affetti vissuti non finiscono in nulla». Con voce commossa, a nome dei coscritti di Matteo, è intervenuta anche la sua amica Nadia: «Per ridere gli piaceva farci i dispetti, ma al dispetto più grande non eravamo pronti. Sotto l’aspetto a volte duro e serioso eri davvero un amico sincero Matteo. Ciao vichingo». Alla fine della cerimonia, l’auto funebre ha sostato ancora a lungo in piazza a Chies, per permettere alle numerose persone di presentare le proprie condoglianze ai parenti. La famiglia Zanon ha disposto che il corpo di Matteo venga cremato.

Ezio Franceschini

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