Chiude la Monti spa In liquidazione anche la Co.se.dil

BELLUNO. Edilizia sempre più in crisi: la Monti spa di Auronzo ha chiuso i battenti e i suoi trenta dipendenti da luglio sono finiti in cassa integrazione straordinaria: tra 12 mesi, passeranno in mobilità. Chiusa l’impresa edile, la ditta ha mantenuto il ramo d’azienda relativo alla segheria legnami, che esegue lavori boschivi e di falegnameria.
La più longeva impresa del settore edile della provincia di Belluno, fondata nel lontano 1893, è l’ennesima vittima della crisi economica. Fin dall’inizio del XX secolo l’impresa si era specializzata nella realizzazione di opere di ingegneria civile e di costruzioni edili, realizzando fabbricati, strade, sistemazioni idrauliche; tra gli anni ’30 e ’60 era diventata un riferimento a livello internazionale nelle grandi opere idroelettriche. Tra il 1959 e il 1963 realizzò anche importanti opere affidate dalla Sade nell’ambito della diga del Vajont, subendo, in seguito al disastro, anche la perdita di venti uomini.
Poi, con la riduzione di commesse pubbliche, la Monti spa aveva deciso di costruire in proprio, realizzando operazioni immobiliari e numerosi complessi residenziali in Cadore e nella valle dei Boite. Tutto è precipitato «quando è iniziata la riduzione degli appalti e quando ci si è trovati di fronte a condizioni spesso insostenibili a causa degli eccessivi ribassi proposti da alcune aziende concorrenti», spiega Edi Toigo, segretario della Filca Cisl.
È all’inizio del 2012 che iniziano le vere difficoltà: «Viste le scarse commesse pubbliche, la Monti spa si è concentrata sulla realizzazione di centraline idroelettriche, ma i vari iter approvativi non si sono conclusi nei tempi sperati. Così è venuta a mancare anche questa ulteriore opportunità per l’azienda, che negli ultimi anni è stata costretta a ricorrere alla cassa ordinaria», continua Toigo. Nel frattempo, seppur senza ricavi enormi, l’attività di segheria è continuata.
Infine, nel maggio 2014, la Monti spa è costretta a deliberare lo scioglimento anticipato della società edile e la sua messa in liquidazione a partire dal primo luglio scorso. Per garantire parzialmente la continuità della storica attività, mantenendo sul territorio di Auronzo almeno una parte dei rapporti di lavoro, in giugno si è raggiunto un accordo sindacale per la cessione del ramo di azienda della segheria a una nuova società denominata Monti Industria Legnami srl, sempre gestita dalla famiglia Monti. Tredici dipendenti addetti al settore del legno e dodici tra operai e impiegati sono passati dal 1° luglio nella nuova società.
A Sedico. Finisce in liquidazione anche la Co.se.dil di Sedico, che ha aperto la procedura di mobilità per i suoi 23 dipendenti, compresi gli impiegati. «A maggio, dopo che i lavoratori non vedevano da mesi il salario», precisa Adriano Tiziani, della Feneal Uil, «siamo andati allora all’Ufficio provinciale del lavor. Solo allora, dopo mesi di silenzio, la ditta ha finalmente convocato un incontro per chiedere il concordato preventivo. Come sindacati di categoria abbiamo chiesto la cassa straordinaria per un anno, ma poco dopo l’impresa ci ha fatto sapere che l’intenzione era quella di chiudere i battenti e così i lavoratori sono stati messi in mobilità. Visto che ancora non avevano percepito lo stipendio, ho richiesto che nel verbale venisse specificato che fino al momento del licenziamento venissero posti a carico della Co.se.dil», conclude Tiziani, che sottolinea come «la situazione per l’edilizia continua ad essere drammatica».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi