Chirurgia, i tre reparti sono sempre più specializzati

A Belluno l’attività si focalizza  sulla cura dei tumori, Pieve di Cadore e Agordo su interventi ambulatoriali Introdotte tecniche innovative
ospedale san martino
ospedale san martino

BELLUNO. Sempre più specializzata la Chirurgia bellunese. È ormai completata l’integrazione tra i reparti di Belluno, Pieve di Cadore e Agordo, ognuna dei quali ha assunto una sua specifica fisionomia. Mentre al San Martino, si è qualificato come punto di riferimento per la chirurgia oncologica e d’urgenza per tutto il distretto di Belluno, a Pieve di Cadore e Agordo le Chirurgie si sono specializzate per gli interventi ambulatoriali e di giornata, che comprendono la proctologia, la flebologia e la chirurgia dell’ernia. Impegno non indifferente, visto che questi due reparti hanno portato a compimento nel 2019 oltre 1.600 interventi.

«L’anno scorso nel reparto di Chirurgia di Belluno», precisa Fabio Ricagna, direttore del Dipartimento di area chirurgica del distretto di Belluno, «sono stati eseguiti oltre mille ricoveri, di cui il 45% in urgenza, e oltre 950 interventi chirurgici: 550 elettivi (buona parte per patologia tumorale) e 400 in urgenza. Non è inferiore il volume di prestazioni ambulatoriali: nel 2019 sono state 8.926, per la maggior parte visite chirurgiche programmate, ma anche 1.089 visite urgenti inviate dal Pronto soccorso, 1.128 visite senologiche e 1.300 di Chirurgia vascolare».

Da un punto di vista qualitativo, è forte l’impegno sugli interventi colon-rettali, che hanno chiuso l’anno appena trascorso con 95 resezioni maggiori di colon e di retto, 70 delle quali per patologia tumorale (in lieve aumento rispetto al 2018).

Grazie all’esperienza acquisita in questi anni, oltre il 90% degli interventi elettivi viene eseguito in laparoscopia, quindi con tecnica mininvasiva e conseguentemente minor dolore, ripresa più rapida e degenza ospedaliera più breve. «Nell’ambito della chirurgia colon-rettale due sono state le innovazioni principali che dal 2019 sono state applicate in modo sistematico», dice Ricagna. «La prima è rappresentata della fluoroangiografia intraoperatoria per la valutazione della vascolarizzazione del colon. La seconda è rappresentata dall’introduzione di una tecnica per l’esecuzione di resezioni del retto attraverso l’ano. È una tecnica complessa, ma con grandi potenzialità nella cura dei tumori del retto in prossimità dell’ano. In questo modo i tumori possono venire asportati radicalmente, riducendo il rischio di colostomia permanente», spiega il direttore del dipartimento.

«Anche nell’ambito della chirurgia dei tumori del polmone si sono ulteriormente consolidate alcune tecniche innovative», prosegue Ricagna. «Grazie all’impiego di un sistema toracoscopico tridimensionale gli interventi di resezione polmonare vengono eseguiti nella quasi totalità dei casi con una tecnica mininvasiva, che non richiede più le grandi incisioni toraciche di un tempo. Quindi ugual risultato oncologico, ma con minor dolore e con una ripresa post operatoria più rapida».

Proprio nell’ambito della cura del tumore del polmone, al San Martino è stata introdotta una tecnica che consente di individuare tumori di piccole dimensioni (non individuabili altrimenti), grazie all’inserimento di una guida tramite Tac, e di asportarli radicalmente sempre con una tecnica mininvasiva. «In questo modo abbiamo potuto fare la diagnosi e (si spera) guarire tumori delle dimensioni di pochi millimetri, che solo pochi mesi fa non avremmo potuto affrontare», continua Ricagna, che poi guarda al futuro. «Nel corso del 2020 espanderemo ulteriormente queste tecniche, affinché il nostro ospedale possa dare risposte più moderne e attuali ai bisogni di salute dei cittadini. Tutto questo richiede non solo investimenti tecnologici, ma anche la capacità di creare sinergie tra dipartimenti, unità operative e singoli operatori esperti, che in futuro avranno un ruolo sempre più importante». —

P.D.A.

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