Cesiominore, rettilineo a rischio

CESIOMAGGIORE. Sono anni che si raccolgono firme, che si presentano petizioni, che si interessano i consiglieri perché siano interpretate nella sede consiliare le istanze della popolazione. Ma da sempre il rettifilo fra Cesiominore e il capoluogo invita a premere l'acceleratore da parte di molti automobilisti che ignorano i limiti di velocità. Le segnalazioni ormai si sprecano. Così adesso il consigliere di minoranza Moreno Broccon ha deciso di appellarsi al senso di responsabilità dell'amministrazione che non può prescindere da due aspetti, fra loro complementari: mettere in sicurezza l'abitato di Cesiominore e valutare l'opportunità di potenziare la vigilanza, nonostante il blocco del turn over che impedisce nuove assunzioni, perché non ci vada di mezzo l'incolumità pubblica.
«È necessario mettere alcuni punti luce e soprattutto monitorare la velocità degli automobilisti che sfrecciano in pieno centro abitato», sostiene Broccon come esponente del gruppo Cesio sviluppo e territorio. «Siccome le segnalazioni sono state molteplici, pensiamo che sia responsabilità morale dell'amministrazione risolvere tempestivamente la cosa prima che si verifichino incidenti gravi».
Questo argomento ne chiama un altro, quello della gestione dell'illuminazione pubblica. Per Broccon servirebbe un piano per uniformare le varie località del territorio. «Ci sono zone sovrailluminate, come il capoluogo e altre che sembrano raccordi autostradali. Tutto questo contrasta con le zone d'ombra che interessano più di una frazione. Gli interventi devono essere ripianificati anche per evitare sprechi».
Altra nota dolente, fatta risuonare dal consigliere di opposizione, è quella relativa all'organico di polizia municipale, ridotto a un'unità. «Un solo vigile urbano non può espletare tutte le funzioni. Ci chiediamo se nel corso del 2013 si possa valutare una nuova assunzione». La congiuntura e i vincoli di bilancio non lasciano margini.
Ne è consapevole Broccon quando ammette, a commento della relazione al bilancio: «Per l'avanzo restano liberi solo 69 mila euro che non possono essere spesi causa il patto di stabilità. Ci si domanda, allora, a cosa servano gli organismi di governo, giunta e consiglio, se non si può decidere nulla. Stessa cosa vale per i fondi Letta (trecentocinquantamilamilaeuro) e i fondi Brancher (ancora da definire i progetti approvati con quei 40 milioni bloccato dalla provincia di Bolzano): il sindaco non può non farsi carico politicamente di una situazione tanto imbarazzante e chiedere a gran forza la deroga al patto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi