Cerca a Ponte il padre mai conosciuto: «L’analisi del Dna mi collega a Cugnan»
La svizzera Ruth è figlia di un bellunese che attorno alla Pasqua del 1971 si trovava a Perugia a visitare dei parenti

«Mi chiamo Ruth, vengo dalla Svizzera e cerco mio padre da anni. L’unica cosa che so è che è di Belluno o Ponte nelle Alpi. Era a Perugia nel 1971 (intorno alla Pasqua del 1971) e lì ha incontrato mia madre. A quel tempo avrebbe dovuto avere circa 20 o 25 anni. Ha fatto visita ad alcuni amici/parenti lì, anche mia madre era lì. Questa è stata l’unica volta che si sono incontrati».

Inizia così l’appello di Ruth, cinquantenne che vive Oltralpe con Maik, e che da anni è alla ricerca di suo papà: una persona che non ha mai conosciuta. Né, di lui, ha potuto avere notizie da sua madre Ida Studer.
Una storia che può avere dello straordinario, quella di Ruth, e che può suonare così a brevi linee: nel secolo scorso, inizio anni Settanta, i suoi genitori si sono incontrati e si sono frequentati per un giorno.
Poi più nulla: nulla hanno più saputo l’uno dell’altra. Teatro (e galeotta) è stata Perugia: vacanze italiane per mamma Ida, giovane arrivata in Umbria dalla Svizzera. Visita ai parenti per il papà di Ruth, più o meno coetaneo di Ida, che sarebbe arrivato in Umbria dal Bellunese.
Il giorno dopo una serata di festa, i due «si sono separati e ognuno è tornato al suo paese», spiega Ruth che verso la fine di novembre 2024 è venuta nel Bellunese con Maik per lanciare il suo appello alla ricerca di suo papà. All’epoca, quindi, Ida era tornata in Svizzera e il papà ha continuato la sua vita.
«L’unica ultima possibilità per me di incontrare mio padre è che qualcuno possa ricordare di essere stato a Perugia in quel periodo, o di conoscere qualcuno di Belluno che ha un legame lì: e il tempo e l’età sarebbero appropriati», spiega la donna.
Ruth ha domandato alla mamma se avesse qualche dettaglio di quell’uomo incontrato in Italia ormai oltre 50 anni fa. Ma niente.
Così ha cercato di indagare per conto suo. Anche con metodi scientifici, grazie alla possibilità offerta dalla genetica di individuare ceppi familiari in particolari territori.
L’unico indizio in mano era che il papà veniva dal Veneto, probabilmente dal Bellunese.
«Una analisi del Dna mi ha permesso di capire che probabilmente risulta compatibile con ceppi di Ponte nelle Alpi o Belluno».
Un cluster circoscritto tra Cugnan e Roncan: i cognomi potrebbero essere quelli di Cavalet, Funicelli, Tomarelli. Forse anche De Fina, De Battista, Bertagno.
«Ma finora non abbiamo avuto riscontri», aggiunge sconsolata Ruth che ha lasciato al Corriere delle Alpi il suo appello nella speranza che qualche cittadino o parente di suo papà si ricordi di un giovane che è andato a trovare dei parenti in Umbria ben 54 anni fa.
Sul territorio, le prime ricerche fatte anche a livello di enti non hanno dato un esito definitivo: del resto gli indizi si contano sulle dita di una mano. Magari qualche “memoria storica” del paese con una memoria di ferro... —
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