Ceramica Dolomite, i soci credono ancora nel piano. Ma Invitalia deve confermare il sostegno
I privati sono chiamati al Ministero a spiegare il progetto di rilancio e gli investimenti per la fabbrica di Trichiana. I sindacati: «Serve chiarezza sul futuro, non faremo sconti»

I soci privati credono ancora nel progetto di rilancio di Ceramica Dolomite e come imprenditori responsabili sono pronti a sostenere nuovi sforzi finanziari e a investire nella società purché anche il socio pubblico, tramite Invitalia, prosegua proporzionalmente nel suo impegno.
È questo il proposito che da voci vicine ai quattro soci emerge a poche ore dall’incontro al Ministero dell’Industria e del Made in Italy che si svolgerà stamattina e da cui soprattutto i sindacati si attendono di conoscere chiaramente il piano per rilanciare lo stabilimento di Trichiana.
I privati
I privati hanno investito in questi due anni e mezzo risorse considerevoli nel rilancio dell’azienda di cui riconoscono la rilevanza per il Bellunese e per il settore ribadendo quindi la ferma volontà di gettare le basi per la ripartenza di questa realtà industriale, simbolo dell’eccellenza italiana.
Ma, nonostante gli investimenti e l’intenso lavoro per introdurre nuove linee di prodotto, per diversificare i mercati e rafforzare l’efficienza produttiva, gli imprenditori non nascondono che il contesto globale ed economico si è rivelato più complesso del previsto.
L’aumento straordinario dei costi energetici, il rallentamento del mercato dell’edilizia e lo stato pregresso in cui versava la società hanno influito profondamente, rendendo ancora più sfidanti il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Da quanto si sa, però, i soci sono pronti a proseguire nel loro impegno, consapevoli però che la sostenibilità dell’impianto di Borgo Valbelluna non può prescindere dal partenariato pubblico-privato: esclusivamente con il sostegno congiunto di tutti gli attori in gioco per i soci sarà possibile affrontare le sfide con una visione strategica e di lungo periodo.
I sindacati
Considerazioni che suonano come un appello dritto al Ministero. Ministero dove oggi oltre all’amministratore delegato di Ceramica Dolomite, Angelo Rodolfi ospiterà i sindacati di categoria che si aspettano risposte chiare e precise «sulle reali intenzioni della società rispetto al progetto di rilancio e di sviluppo della Ceramica Dolomite. Servono, da parte dei soci, garanzie concrete, nel merito della sostenibilità economica e finanziaria nel breve e medio periodo, dei piani industriale e commerciale con una prospettiva in questo caso di più lungo respiro», dicono Stefano Zanon e Mauro Dalla Rosa della Femca Cisl, Giampiero Marra della Filctem Cgil e Giorgio Agnoletto della Uiltec Uil.
«Su questi temi non faremo sconti a nessuno», avvertono i sindacalisti, «e vorremmo fosse chiaro da subito che i lavoratori tutti si aspettano e si meritano impegni chiari, precisi e concreti da parte degli investitori, che sappiano dare quel minimo di tranquillità indispensabile per poter guardare al futuro di questa azienda, fondamentale per tutto il territorio bellunese, con sufficiente serenità e positività».
Incognite per il futuro
La mancanza di risposte in tali direzioni degli ultimi mesi, il perdurare della situazione di crisi e dalla cassa integrazione ordinaria che continua a colpire i salari dei lavoratori con l’ulteriore slittamento della ripresa produttiva, lasciano perplesse e preoccupano molto le organizzazioni sindacali.
«Anche per questo, continuiamo a chiedere alla direzione di fare chiarezza una volta per tutte sulle reali intenzioni della proprietà rispetto al futuro di quello che continua a essere un punto di eccellenza della manifattura bellunese».
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