Centro antiviolenza, grazie da 91 donne

FELTRE. Spinto dalla necessità, con numeri che parlano di 91 donne che dal Feltrino hanno contattato il Centro antiviolenza di Belluno (su un totale di 583 nell'intera provincia) dall'1 dicembre 2004 al 31 dicembre 2015, il servizio di sostegno apre anche a Feltre. È già operativo il numero 0439 885118 il lunedì dalle 15 alle 19, ma non c'è solo il contatto telefonico, perché il progetto prevede la formazione di un gruppo di volontarie (ne sono state individuate una decina) e la creazione di una rete con altre associazioni (visto che sono molteplici i bisogni che hanno le vittime di violenza) e con le aziende locali nell'ottica dell'inserimento lavorativo.
«L'indagine in tema di violenza familiare ha evidenziato che il bisogno c'è, emerso anche nella campagna di sensibilizzazione nelle scuole con la presenza di stereotipi e pregiudizi ancora molto diffusi», dice l'assessore alle pari opportunità Sabrina Bellumat. «È per questo che abbiamo ritenuto indispensabile fare questo ulteriore passo, che porta la consulenza di personale specializzato, sostegno psicologico, giuridico e di ogni altri tipo».
Nel 77 per cento dei casi ad aver subito violenza sono donne italiane. L'autore della violenza è italiano nell'84 per cento dei casi e il 76 per cento delle volte si tratta di un partner o un ex partner, nel 7 per cento dei casi è il padre, nell'8 un altro parente, nel 6 un amico, nel 2 un conoscente ed è uno sconosciuto solo nell'1 per cento dei casi.
A evidenziare i dati è la responsabile del Centro antiviolenza Belluno Donna Francesca Quaglia: «Le forme di violenza sono di tutti i tipi, la più frequente è quella psicologica e sono 425 le donne che riferiscono di averla subita», dice. «370 riferiscono di aver subito violenza fisica, sessuale sono 95, stalking 67 ed economica 149. La somma dà un numero superiore alle donne che hanno contattato il centro perché ognuna può aver subito diverse forme di violenza».
In undici anni di attività, gli interventi dell'associazione sono stati 3165, di cui 2580 colloqui. «La ragione che ci ha spinto ad aprire una succursale del Centro antiviolenza è proprio il fatto di ritenere necessario essere più vicino alle donne che subiscono violenza», sottolinea Francesca Quaglia. «La provincia di Belluno ha un territorio esteso, non sempre ben servito dai mezzi di trasporto e spesso le donne vittime di violenza vengono controllate dal partner violento. Quindi può diventare complicato per loro raggiungerci dai punti più distanti e tornare indietro. Partiamo con questo progetto pilota grazie ai fondi reperiti attraverso un bando del Centro servizi di volontariato, alla sensibilità della Commissione pari opportunità e al supporto dell'amministrazione di Feltre che ci ha permesso di avere una sede in comodato d'uso gratuito, oltre ad aver ricercato ulteriori finanziamenti per l'avvio».
A fare da tramite tra Belluno Donna e il Comune è Flavia Monego, componente della Commissione pari opportunità, che parla della «rilevanza sociale» dell'iniziativa.
Raffaele Scottini
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