Centri di istruzione con duemila adulti che vanno a scuola

BELLUNO. L'utente medio ha tra i 16 e i 27-28 anni. È stato espulso dal mondo della scuola “tradizionale” e non ha il diploma. Alcuni non hanno nemmeno quello di terza media. In altri casi, invece, il diploma è necessario per continuare a lavorare. Per gli adulti che hanno bisogno di completare il loro percorso scolastico, anche a Belluno sono arrivati i CPIA, che sostituiscono dal 1° settembre i vecchi CTP.
La novità, rispetto alla precedente realtà, è che i centri di istruzione per adulti oggi hanno un dirigente dedicato (è Fulvio De Bon) e che possono costruire percorsi ad hoc in base alle esigenze degli iscritti.
In provincia i centri si trovano a Belluno (scuola media Nievo), a Pieve di Cadore (scuola media) e Feltre (campus universitario). Gli iscritti sono 578, dati registrati il 12 novembre, ma questo numero si riferisce solo alle persone che stanno frequentando corsi per ottenere il diploma.
Se si aggiungono i corsi serali di lingua, informatica e i laboratori di vario genere (come quello di ceramica), i corsi di alfabetizzazione per gli stranieri, compresi i migranti, e l'attività che gli insegnanti fanno in carcere ai detenuti, all'interno del sistema dei Cpia girano ogni anno circa duemila persone.
«Offriamo percorsi per ottenere il diploma, di scuola superiore ma anche di terza media», spiega il dirigente Fulvio De Bon. «Si studiano percorsi formativi tarati sulle esigenze dei corsisti».
Che sono diversi, per esperienze e necessità. Ci sono i ragazzi che hanno avuto qualche problema con il mondo della scuola “tradizionale”, sono stati bocciati più volte e per raggiungere il diploma si ritroverebbero a frequentare classi con ragazzi di tre o quattro anni più giovani. Quando si hanno 16 anni, il divario è enorme.
Mentre se si viene inseriti in una classe di adulti, il disagio si smorza. Per questi ragazzi frequentare il Cpia diventa dunque un'occasione di riscatto sociale e un modo per recuperare fiducia in sé stessi e autostima. Caso diverso è quello dell'adulto che non ha il diploma di scuola superiore ma il datore di lavoro glielo chiede, magari per affidargli una mansione diversa. Anche in questo caso si possono frequentare i corsi di istruzione per adulti. Che sono suddivisi in quattro fasce orarie (mattina, due pomeridiane e sera), per venire incontro alle esigenze di tutti. Gli insegnanti sono 23 e svolgono servizio anche in carcere.
Alla casa circondariale di Baldenich ci sono tre classi: una è riservata a chi deve prendere il diploma di terza media e una a chi studia per ottenere il diploma di scuola superiore (hanno dieci corsisti ciascuna); una terza classe è stata istituita nel nucleo protetto e ci sono cinque o sei detenuti che seguono i corsi di alfabetizzazione.
Il Cpia inoltre è ente certificatore per i permessi di soggiorno e si occupa degli stranieri anche per insegnare loro l'italiano. Nel caso dei migranti, spesso gli insegnanti vanno direttamente nelle strutture che li ospitano.
Il centro di Pieve di Cadore, che copre un territorio complesso com'è quello della montagna, si caratterizza anche per la sua valenza sociale: «I corsi serali hanno portato a creare rapporti di amicizia tra i corsisti», racconta un'insegnante. «Sono momenti di ritrovo importanti in una realtà come quella in cui operiamo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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