Centrali idroelettriche quattro progetti bocciati dalla Via

Tre impianti riguardavano Cortina, il quarto era a Falcade tra i motivi la non compatibilità e l’iper sfruttamento



Quattro centraline idroelettriche bocciate dal Comitato tecnico regionale per la valutazione di impatto ambientale. L’effetto combinato di alcuni aggiustamenti normativi, ma soprattutto della saturazione data dagli impianti già esistenti, sta provocando un freno alla costruzione delle nuove centraline. È successo anche di recente e da qualche giorno i pareri non favorevoli espressi dalla Commissione sono stati pubblicati sul Bollettino della Regione Veneto. Dei quattro progetti, tutti depositati nel 2018, tre sono stati presentati dalla società di Ospitale di Cadore, Dolomiti Derivazioni srl e un quarto è stato elaborato dalla società De Pellegrini Harald & C snc di Falcade.

I tre impianti idroelettrici per i quali è stata presentata istanza da parte di Dolomiti Derivazioni srl riguardano tutti il territorio comunale di Cortina: uno sul Rio Bigontina, uno lungo il Rio Bosco e un altro sul torrente Federa. Nei primi due casi si tratta di corsi d’acqua già sfruttati e in tutti i casi le opere ricadrebbero in tutto o in parte su terreni delle Regole d’Ampezzo, che hanno dato il loro diniego alla realizzazione delle centraline, affiancando le numerose osservazioni e i pareri pervenuti in Commissione da parte di associazioni ambientaliste, privati cittadini ed enti pubblici come la Provincia e il Parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo che, nel caso del progetto sul Rio Bosco, è direttamente interessato perché l’impianto ricadrebbe interamente all’interno dei confini da poco ampliati.

Il quarto progetto, invece, interessa il territorio comunale di Falcade e quello trentino di Soraga, lungo il Rif di Valfredda, in località Baita Flora Alpina. In questo caso, l’istruttoria non ha ricevuto nessuna osservazione e i pareri acquisti sono per lo più favorevoli, come quello della Soprintendenza che sottolinea come le modifiche apportate a un primo progetto del 2013 seguano le prescrizioni indicate.

Il Comitato tecnico regionale Via, a maggioranza dei suoi componenti, ha invece deciso di dare parere non favorevole al progetto di Falcade come ai tre di Cortina, per diverse ragioni legate a due filoni principali: la tutela ambientale del corso d’acqua (secondo il principio di precauzione) e paesaggistica dei luoghi, tutti ricadenti in area vincolata; e la sicurezza idrogeologica, perché i torrenti interessati dai progetti ricadono in zone coinvolte da smottamenti o a rischio valanghivo, specie dopo gli eventi di fine ottobre 2018 che hanno sconvolto il territorio bellunese modificandone anche le fragilità.

L’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, aggiunge anche altri elementi: «Quello del Piave è uno dei bacini più sfruttati e diventa sempre più difficile trovare spazi dove realizzare nuove centraline. Inoltre, per tutelare maggiormente i corsi d’acqua, si è passati dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico, che ha parametri più restrittivi. A questo si aggiunge la modifica che, come giunta regionale, abbiamo apportato all’iter: ora il progetto deve prima passare in Via, che rappresenta l’ostacolo principale, e poi acquisire le altre autorizzazioni. In questo modo un progetto che non risponde a criteri di compatibilità, viene fermato subito. I progetti non passano in giunta, ma il nostro indirizzo è che vi sia particolare attenzione da parte del Comitato Via alle istruttorie nell’ambito idroelettrico». —



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