Cento domande per i fondi sugli alberghi in provincia di Belluno

BELLUNO. Ci siamo quasi. Per i primi giorni di maggio è atteso l’elenco delle ditte che saranno ammesse ai benefici dei contributi a fondo perduto del bando “Montagna Veneta”. Si tratta del progetto fondamentale per il turismo montano, soprattutto in vista dei Mondiali di Cortina 2021, che ha visto lo stanziamento di risorse totalmente regionali pari a 12.5 milioni di euro complessivi, di cui 8 milioni solo per la provincia di Belluno.
Il bando, che è scaduto il 14 febbraio scorso, era atteso da anni poiché si tratta «del primo bando che mette a disposizione risorse “vere” per il turismo, cioè soldi che non devono essere restituiti», dicono gli operatori del settore. Che il progetto “Montagna veneta” sia importante, lo dimostra il fatto che l’intera provincia di Belluno si è mossa, forse per la prima volta, in maniera compatta senza farsi trovare impreparata, presentando ben 101 domande delle 147 giunte in Regione da tutto il territorio veneto, pari cioè al 68.7%.
Una percentuale molto alta, segno che in questo progetto in tantissimi credono, sperando di ottenere quei soldi in conto capitale per rilanciare le proprie strutture ricettive. L’obiettivo della Regione e dell’assessore competente, Federico Caner, è quello di «innescare un volano di potenziali investimenti per oltre 85 milioni di euro, per dare vitalità e nuove prospettive all’economia locale».
Fondi legge 18/94 by CorriereAlpi on Scribd
Con “Montagna Veneta” anche il Bellunese potrà iniziare quel percorso che da anni stanno seguendo, invece, le vicine province autonome. Raggiungere le “sorelle” confinanti sarà comunque impossibile visto che negli ultimi 15 anni, soltanto in Trentino, sono stati più di 600 i finanziamenti a favore degli alberghi per un totale di 232 milioni di euro. E una gran parte di questi soldi sono stati a fondo perduto.
Fino ad oggi, invece, per il turismo bellunese la legge di riferimento era la n. 18 del 7 aprile 1994, cioè il Fondo di rotazione per le aree di confine della Provincia di Belluno. Questa legge prevede un ricorso al credito agevolato: vale a dire che le aziende inviano il preventivo del costo delle opere che intendono realizzare in Regione, e se vengono ammesse, ottengono la possibilità di accedere a mutui bancari con tassi agevolati.
Ma, e qui sta il problema, queste stesse imprese sono obbligate a restituire tutti i soldi prestati, nel corso di 20 anni. Questo a garanzia che il fondo continui ad alimentarsi e utilizzato a rotazione anche da altre imprese. Tra l’altro nel tempo i piani di investimento delle imprese turistiche sono andati diminuendo: nel 1995, infatti, primo anno di avvio della legge, le domande di accesso al credito agevolato erano 40, per un totale di oltre 18 milioni di euro di opere da finanziare: e i mutui accesi sono stati di 8,6 milioni. Il picco di richieste risale al 2004: 57 le pratiche aperte per 26 milioni di euro di opere complessive da finanziare: 22,6 i milioni garantiti dai prestiti bancari. Poi negli anni successivi le risorse si sono assottigliate, aumentando il tempo di chiusura del prestito. A questo si aggiunge la crisi che ha costretto molte ditte ad agire con cautela. Nel 2016 le domande sono state solo 9, per quasi 2 milioni di euro di investimenti e per 1.6 milioni prestati. In 20 anni, sono stati presentati 471 progetti per 189 milioni di euro, e gli imprenditori hanno acceso mutui per 133 milioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi