Caserma Calvi dismessa? «Il Comune è pronto a gestirla»

L’annuncio durante la cerimonia del Battaglione Cadore che ha portato a Pieve duemila persone Al termine della messa l’arcidiacono ha invitato gli alpini a leggere la loro preghiera
Di Vittore Doro

PIEVE DI CADORE. «Se, come sembra probabile, la Caserma Pietro Fortunato Calvi sarà dismessa, il Comune di Pieve di Cadore è pronto a subentrare nella sua utilizzazione». Lo ha affermato nel suo intervento ufficiale durante la cerimonia tenutasi nella Caserma di Tai, il vicesindaco di Pieve Maria Giovanna Coletti. «Oggi ho l’onore di sostituire il sindaco Maria Antonia Ciotti, che si è recata a Mattmark per ricordare gli 88 morti di quella valanga, tra i quali 56 erano italiani e tre del Comune di Pieve», ha spiegato Maria Giovanna Coletti, durante il suo intervento. «Sono orgogliosa di essere in mezzo a voi per una cerimonia che quest’anno assume un significato particolare per due motivi: il primo sta nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra; il secondo è dato dalla probabile, ripeto probabile, dismissione di questa caserma, la Pietro Fortunato Calvi. Allora permettetemi di condurvi ad una riflessione sulla vostra storia di quei primi decenni e della nostra comunità: storia di valori condivisi e di generosa solidarietà. Sono anni che hanno visto una collaborazione durata fino alla chiusura del reparto nel, 1997. Una storia che non può finire e che il Comune di Pieve non vuole finisca. Se questa caserma sarà dismessa dall’esercito, il Comune di Pieve farà di tutto per entrarne in possesso, anche eventualmente acquistandola, purchè non vada in mano a persone che non condividano la sua storia. State, sicuri, ha concluso, che con il Comune di Pieve gli alpini avranno all’interno della caserma tutti gli spazi del quale hanno bisogno e posso affermare che rimarrà sempre la sede del raduno del Battaglione Cadore».

Il 62° raduno dei “Veci del Cadore” era iniziato come meglio non si poteva sperare: una giornata di sole straordinario che ha reso il paesaggio cadorino di una bellezza unica, come hanno affermato anche molte tra le circa 2000 persone, tra Veci del Cadore e loro famigliari, che sono arrivati a Pieve, molti ancora nella giornata di sabato. Affollata anche la chiesa per la messa di suffragio dei caduti, al termine della quale il celebrante monsignor Diego Soravia ha invitato il rappresentante degli Alpini a leggere la loro preghiera.

Al termine della funzione religiosa, si è formato lo schieramento con i labari delle decine di sezioni provenienti da tutta Italia, mentre nella prima c’erano lo striscione del Cadore e le immagini rievocative delle compagnie che nel tempo hanno costituito il battaglione.

Dopo l’alzabandiera, è arrivata la Bandiera di Pieve decorata di medaglia d’oro al valor militare e alla sua presenza si è svolta la posa della corona alle lapidi che ricordano i caduti poste sulla Torre dell’Arengo. Rientrata in municipio la Bandiera, si è formato il lungo corteo che ai ritmi delle marce militari suonate dalla banda Vivaro –Dueville che ha preceduto la sfilata, ha imboccato via Nazionale e via degli Alpini per raggiungere la Caserma Calvi di Tai. Qui, davanti ai labari ed agli Alpini schierati ai lati della grande piazza, si è svolta la cerimonia conclusiva con gli interventi delle autorità, coordinati dal Tenente Colonello Rinaldi, che dopo aver ricordato la scomparsa di Pierluigi Bergamo, presidente della sezione Cadore dell’Ana, ha introdotto gli interventi del comandante del Settimo Reggimento Alpini e degli oratori ufficiali. La conclusione è stata del generale Bisignano, presidente dell’Associazione Veci del Cadore.

Vittore Doro

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