A Belluno “caro affitti” più leggero della media ma mancano le abitazioni
Il canone pesa meno del 25% sul reddito, ma scarseggia la manodopera. I lavoratori “da fuori” non trovano casa

«A Belluno, “caro-affitti” decisamente più leggero della media nazionale, ma mancano case disponibili: sul fronte nazionale è emergenza per l'incidenza del costo delle locazioni sul reddito dei lavoratori, ma il capoluogo dolomitico si discosta dal resto d'Italia e sembra rappresentare un’isola felice dove, però, si registra un'altra problematica, quella relativa alla disponibilità delle abitazioni», dice in una nota oggi, sabato 6 settembre, l’Appia Cna.
Belluno – assieme a Trento, Biella e Gorizia – è infatti uno dei pochi capoluoghi in Italia a maggior saturazione del mercato del lavoro e dove allo stesso tempo l’incidenza dell’affitto sul reddito disponibile è bassa, inferiore al 25% secondo l’analisi realizzata dall’Area studi e ricerche di CNA sui dati dell’Agenzia delle Entrate. In Italia, il canone mensile assorbe in media il 43,7% della retribuzione netta di un operaio, toccando punte del 65% a Milano e superando il 50% a Roma, Bologna e Firenze. Da sottolineare poi l'aumento negli ultimi anni a livello nazionale dei canoni liberi (in media + 19,5%) a fronte di una crescita media dei salari netti del 14%.
Dall’altro lato, Belluno mostra una elevata saturazione del mercato del lavoro, ossia il rapporto tra disoccupati e assunzioni previste dalle imprese: la provincia bellunese è al secondo posto nazionale (2.525 disoccupati a fronte di 25.520 assunzioni previste) con il 9,9%, seconda solo a Bolzano (7,4%). «È questo il dato che va preso in considerazione perché Belluno è la seconda provincia in Italia per necessità di manodopera insoddisfatta; tradotto, significa che, su 10 richieste, nel Bellunese è disponibile solo un lavoratore. - commenta il presidente di Appia CNA Belluno Andrea Cerentin - Sappiamo che il Bellunese sconta una mancanza cronica di manodopera rispetto ad altre città: serve quindi attirare lavoratori da altre zone d'Italia, ma anche questo risulta difficile. Su questo incidono sì gli aumenti degli affitti, comunque meno impattanti rispetto ad altri capoluoghi, ma il vero problema è che il mercato residenziale è poco dinamico: la domanda attuale si concentra sugli affitti, per i quali manca appunto la disponibilità visto che molte case non occupate non vengono messe sul mercato, e verso metrature piccole, anche queste difficili da reperire nella nostra provincia. Il nostro territorio presenta poi altre problematiche, come la carenza di servizi, tema sul quale siamo attivi con proposte e progetti a livello provinciale, regionale e nazionale con le diverse articolazioni della CNA e che potrà avere nuove armi dalla nuova Legge sulla Montagna in dirittura d'arrivo in Senato. Sul fronte della carenza di abitazioni rispondenti al mercato odierno, non possiamo che accogliere con soddisfazione e fiducia le iniziative private e pubbliche che si stanno mettendo in campo, non ultimo il progetto che vede Provincia e Fondo dei Comuni Confinanti alleate nel recupero di strutture pubbliche e nella loro riconversione in alloggi per i lavoratori».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi