Cani e gatti randagi curati dal Comune: investiti 8.300 euro per i chip e il cibo

Quero Vas, la somma servirà anche a pagare il canile di Belluno e per avere una banca dati degli animali senza padrone

QUERO VAS. La prevenzione del randagismo e il censimento di cani e gatti che vivono allo stato brado, costano al Comune 8.300 euro. È la somma messa a bilancio dall’ente che impegna ben ottomila euro per il mantenimento dei cani randagi, accalappiati e custoditi al canile sanitario di Belluno. E trecento euro per i microchip applicati ai gatti vaganti, dopo la sterilizzazione di cui si fa carico il sistema sanitario nazionale tramite il servizio veterinario del distretto feltrino, per il controllo e il censimento delle colonie feline. . Il conto è presto fatto, se un microchip costa sei euro, si conta all’incirca una cinquantina di gatti che vagano, senza avere una casa e magari versano in cattiva salute. E parecchi casi di cani senza custodia abituati a girovagare per le strade a rischio e pericolo della popolazione, soprattutto per gli incidenti che gli animali possono cagionare.

«Quando c’è segnalazione da parte della massima autorità sanitaria, cioè del sindaco, che ci sono cani che vagano per le strade, a rischio per l’incolumità delle persone e degli stessi animali, arrivano gli addetti del canile per la cattura», si spiega dal servizio veterinario, «e per il trasferimento al canile municipale dove si verifica la presenza o meno di microchip. Va da sé che qualora ci sia rintracciabilità del padrone-custode del cane, questi venga chiamato a riprendere la bestiola e a contribuire alle spese per l’operazione messa in atto. Ma se non c’è microchip, il cane viene trattenuto in canile, in attesa di eventuale adozione, e le spese per il mantenimento vengono messe in carico al comune di appartenenza. Per i gatti invece il discorso è diverso: per evitare che ci sia una riproduzione incontrollabile e visto che più difficile rintracciarne il proprietario, o comunque una persona che possa risponderne, il procedimento è quello di prenderli, attraverso le gabbie autocatturanti e la collaborazione con le associazioni animaliste, provvedere alla sterilizzazione, applicare il microchip e riportare gli animali da dove sono stati presi. L’intervento veterinario è a carico delle Usl, mentre il microchip che costa all’incirca sei euro l’uno, viene messo in conto al Comune».

Il problema più grosso è quello dei cani. Il Comune di Quero Vas deve continuare a pagare il “mantenimento” al canile sanitario fino a quando le bestiole non vengono adottate. «Abbiamo dovuto intervenire per la prevenzione del randagismo in parecchi casi soprattutto nelle frazioni», dice il sindaco Bruno Zanolla. «Si tratta di casi un po’ particolari in cui i padroni dei cani non potevano garantire la custodia degli animali». —

Laura Milano

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