«Cambiamo nome al ponte Cadore»

PIEVE DI CADORE. «Perché non cambiamo il nome del grande ponte sul Piave in “ponte insurrezione del Cadore?” Servirebbe per ricordare la protesta di domenica».
La proposta arriva da Osvaldo De Lorenzo e dal gruppo di referendari che insieme a lui hanno partecipato alla manifestazione di protesta sul ponte Cadore. Una protesta che, oltre ad aver coinvolto migliaia di bellunesi, e non solo cadorini, ha fatto nascere in molti protagonisti l’idea di perpetuare nel tempo il significato della manifestazione. Poichè molti, anche al di fuori del gruppo dei referendari (tra cui anche il deputato del Movimento 5 Stelle, Federico D’Incà) hanno parlato di momento storico e di svolta, è stata lanciata l’idea di cambiare il nome dall’attuale ponte Cadore in “ponte insurrezione del Cadore”. L’idea si è presto sviluppata ed oggi se ne parla nei bar e nelle piazze. Tra l’altro i numeri dei partecipanti alla manifestazione sono stati nettamente superiori a quelli sinora circolati: il sito “Nuovo Cadore.it” parla di 3000 presenti, mentre da una conta più accurata fatta da più persone incaricate si arriva addirittura vicini ai 4000. Dunque un successo che richiama da vicino quello del 1979, quando circa 6000 bellunesi scesero a Venezia chiedendo – ed ottenendo – la riapertura della linea ferroviaria Ponte-Calalzo. Il successo della protesta di domenica ha sollevato gli animi dei partecipanti, aprendo il loro cuore alla speranza; oltre che infondere razionalmente un pizzico di ottimismo in relazione alla salvaguardia dei servizi attuali e per una possibile rinascita non solo del Cadore, ma anche dell’Alpago e dell’Agordino. Una speranza che non dovrà essere tradita dai responsabili dei servizi, a meno che non siano disposti a vedersi arrivare a Venezia, alla vigilia di Ferragosto, cadorini e bellunesi ancora più arrabbiati di com’erano domenica, come ha minacciato, nel caso non ci siano risposte concrete, il sindaco di Pieve: «Se nei prossimi mesi non avremo novità positive», ha detto la Ciotti, «nella prossima manifestazione di agosto non saranno i sindaci a guidare il corteo, ma il popolo».
Vittore Doro
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