Caccia al cervo dal 18: arrivano da tutta Italia centinaia di mail

BELLUNO. Centinaia di mail stanno arrivando in Provincia, ma anche alla redazione del Corriere delle Alpi, da ogni parte d’Italia. Mail che arrivano dai cittadini, come pure da associazioni e da enti vari. Il testo è lo stesso: una protesta collettiva contro l’apertura della caccia al cervo il 18 agosto, con un aumento degli abbattimenti del 20 per cento.
Le mail arrivano in prima battuta alla Provincia, perché è lì che è stata presa la decisione dell’apertura della caccia a piccoli e a femmine appena dopo Ferragosto. Perplessità sulla data, a dire il vero, erano state sollevate anche a Palazzo Piloni, per via della presenza dei turisti. Ma sulla necessità di contenere il numero dei cervi, c’era stata una notevole concordanza di intenti, tra agricoltori, amministratori e cacciatori.
Il testo che viene inviato in fotocopia è il seguente: «Scrivo per unirmi alla protesta della moltitudine di cittadini disgustati per l’annunciata strage di cervi nel Bellunese, in particolare femmine e piccoli, prevista dal 18 agosto. Chiedo che la decisione venga revocata con urgenza, è vergognoso autorizzare questa strage di animali inermi! Inoltre, come si fa a permettere a individui armati di potenti fucili di sparare in pieno periodo turistico, mettendo in pericolo la vita di tantissime persone? Infine, il numero di animali presenti è stato conteggiato dai cacciatori stessi, quindi si tratta di un dato assolutamente non affidabile. I conteggi vengono fatti di notte con semplice illuminazione sui prati, ma gli animali sono molto simili ed è ben difficile contarli. I censimenti devono essere effettuati dai Carabinieri Forestali. Chiedo l’annullamento urgente di questo sterminio di animali e nel frattempo eviterò di venire in vacanza nella provincia di Belluno e inviterò amici e conoscenti a fare altrettanto».
L’invio delle mail coglie di sorpresa il consigliere delegato a Caccia e pesca, Franco De Bon, anche se non proprio completamente: «Già in passato abbiamo visto campagne di comunicazione di questo tipo. Pensavamo in questo caso di aver fatto le cose con la massima trasparenza. Prima di tutto va detto che c’è l’assenso dell’Ispra, l’Istituto italiano per la protezione e la ricerca ambientale, il massimo organismo in questo campo. E poi che la decisione è frutto di ricerche del mondo scientifico».
La presenza di diecimila cervi, il dato stimato, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di altre specie, come ad esempio il gallo cedrone e il francolino di monte, che rischiano di scomparire.
«I turisti, magari gli stessi che stanno scrivendo le mail, vanno nei boschi, in particolare del Cansiglio, li trovano belli puliti, per i cervi che mangiano tutto, e non si rendono conto che questo provoca un disequilibrio nella fauna», aggiunge De Bon. «Gli ambientalisti, quelli veri, ci dicono che stiamo agendo bene». —
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