Busa del Cristo, resta l’allarme: gli sfollati per ora non tornano

PERAROLO
Niente da fare. Slitta ancora il rientro dei quattordici residenti di Perarolo nelle rispettive case situate nella zona rossa del paese. Mancano le garanzie in termini di sicurezza, da rimandare ad un nuovo avviso di criticità idrogeologica emesso nella giornata di ieri dal centro funzionale decentrato della protezione civile della Regione Veneto.
Domani nuovo summit
Già fissato un nuovo aggiornamento della situazione nel primo pomeriggio di domani, quando il rischio di precipitazioni si andrà via via attenuando fino a cessare entro sera. La comunicazione cita la «possibilità di innesco di fenomeni franosi e colate rapide con particolare riferimento ai bacini idrografici Alto Piave e Piave pedemontano». Oltre alla Busa del Cristo, fari puntati anche sulla frana del Tessina.
Il comitato si fa sentire
Nel frattempo torna a fare sentire la propria voce il comitato per il futuro di Perarolo, movimento cittadino nato tre anni fa con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sul paese cadorino. In un comunicato, il presidente Tiziana Mascolo ha ribadito la fiducia già espressa nei confronti delle autorità competenti, a partire dalla Regione, ripercorrendo le fasi salienti che hanno contraddistinto l’ultimo, difficile, anno. «Desideriamo ringraziare la giunta della Regione del Veneto nella persona dell’assessore Bottacin, i sindaci di Perarolo, Pierluigi Svaluto Ferro, e di Valle, Marianna Hofer, le strutture tecniche della Regione, la protezione civile e RFI per quanto hanno fatto in questi ultimi anni per la Busa del Cristo. RFI partirà a giorni con un cantiere, programmato ormai da diversi mesi per la sistemazione di una parte del versante, che la popolazione attende con viva gratitudine e grande soddisfazione. Il primo intervento realizzato dalla Regione nella primavera-estate consistente in interventi di somma urgenza per la regimazione delle acque meteoriche e l’impermeabilizzazione delle principali fratture è risultato di fondamentale utilità in occasione del recente evento alluvionale dei giorni 28, 29 e 30 ottobre che ha interessato con effetti devastanti ampie zone del territorio».
La frana ha “retto”
«A Perarolo la frana non è collassata», dice ancora il comitato, «ha retto nonostante i 396 millimetri di pioggia caduti. Perarolo è risultato al tredicesimo posto per piovosità cumulata e la frana ha sopportato uno stress test esemplare. Anche e proprio per questo motivo siamo del parere che il fenomeno sia mitigabile e controllabile, come detto da vari tecnici ed esperti, incluso il professor Nicola Casagli che, in occasione del suo sopralluogo nel febbraio scorso, si è espresso sugli interventi previsti da Regione e RFI giudicandoli “adeguati allo scopo di mitigare il rischio immediato della frana” e suggerendo al contempo una serie di altri interventi e raccomandazioni di sistemazione sia del versante e sia in alveo del Boite. Alcuni di questi interventi sono parte di un progetto inserito dalla Regione nel programma statale Rendis (repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo, ndr). Ricordiamo con gratitudine anche le parole dell’assessore Bottacin: “Un progetto che vale circa un milione di euro. E’ stato approvato dal ministero dell’Ambiente e siamo ancora in attesa della concreta assegnazione del finanziamento. Le frane non si possono fermare, ma controllare, contenere e rallentare sì. Ed è questo che siamo impegnati a fare”».
Più collaborazione
«Confidiamo ora, in prossimità dell’avvio del cantiere di RFI, che si consolidi ancora di più una proficua collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella progettazione e nella realizzazione delle opere che sono ancora da realizzare, ritenute idonee a mitigare il rischio geologico costituito dalla frana che a Perarolo aspettiamo da anni».
Il comitato per il futuro di Perarolo esprime solidarietà e vicinanza al sindaco Pier Luigi Svaluto che, nei giorni scorsi, si è detto umanamente provato dalla situazione che, da quasi un mese, riguarda i quattordici residenti della zona rossa ancora costretti a restare fuori dalle proprie case. Alcuni di loro sono ospitati da parenti lontano da Perarolo, altri invece sono in paese alloggiati in strutture messe a disposizione dallo stesso Comune. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi