Chiede il capo d’accusa in alfabeto Braille, il giudice temporeggia

Non vedente in tribunale a Belluno per lesioni invoca la Costituzione. «Gli stranieri hanno la traduzione e io non posso leggere?»

Gigi Sosso
Un testo in alfabeto Braille
Un testo in alfabeto Braille

Cieco rivendica il diritto a essere accusato in Braille.

Marcello Ganz vorrebbe che il capo d’imputazione per lesioni fosse scritto nell’alfabeto che permette ai non vedenti di leggere e ieri ha formalizzato la richiesta, attraverso il difensore di fiducia Andrea Rui.

Nell’udienza pre-dibattimentale di mercoledì 12 febbraio, è stata prodotta anche la certificazione medica. La materia è complessa e il giudice Domenico Riposati si è riservato la decisione, concedendo tempo fino al 9 aprile all’avvocato di parte civile Mauro Gasperin e al pubblico ministero Maria Luisa Pesco di elaborare le loro repliche.

Gasperin ha anticipato che considera infondata l’eccezione, da vedere cosa dirà Pesco.

Ganz sarebbe intervenuto per difendere la propria moglie. Era andato a trovarli un soggetto e si era innescata una discussione senz’altro violenta. Il futuro imputato si sarebbe avvicinato e l’avrebbe colpito con il bastone, pur senza vederlo, ma solo percependo la posizione.

Alcuni colpi sono andati a segno e hanno spinto il destinatario a presentare una querela. Le lesioni sono aggravate dall’uso del bastone brandito come un’arma impropria.

Ganz sostiene che sia l’avviso di garanzia che il decreto di citazione a giudizio siano nulli perché «in un sistema processuale penalistico, nel quale va garantita la piena partecipazione a un processo da parte di imputati appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute, stranieri, muti, sordi e sordomuti notificare a un imputato non vedente atti processuali non trascritti in Braille, rappresenta una palese violazione quantomeno dell’articolo 3 della Costituzione», scrive Rui in una memoria, che solleva una questione di legittimità costituzionale, «se non addirittura dei diritti dell’uomo e del cittadino».

Per questo motivo «la difesa è personale e il Braille è l’unico sistema veramente idoneo per mettere a conoscenza di un disabile visivo un documento scritto».

Un qualsiasi cittadino straniero ha il sacrosanto diritto di vedersi tradurre gli atti nella sua lingua madre e allora «la trascrizione in Braille dello stesso atto deve avere come unico presupposto la cecità, la quale, nel caso di specie , non solo è ampiamente provata e documentata, ma è anche assoluta».

Un precedente, cioè un’ordinanza del Tribunale di Torre Annunziata non è incoraggiante per Ganz, ma pazienza fino al 9 aprile.

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