Bortoluzzi srl, il tribunale dà via libera al concordato

Ora i legali della storica impresa edile avranno tempo fino al 22 dicembre per convincere i creditori e sei banche ad accettare il piano di salvataggio
Di Marco Filippi
Bortoluzzi Celeste srl
Bortoluzzi Celeste srl

BELLUNO. Il tribunale di Belluno ha dato il via libera al concordato preventivo della storica impresa edile bellunese “Bortoluzzi Celeste srl”. I giudici del tribunale di Belluno (Sergio Trentanovi -presidente- Anna Travia e Federico Montalto) hanno dichiarato ammissibile la procedura preliminare al concordato preventivo della società diretta da Marco Bortoluzzi, dopo aver acquisito una serie di documenti tra i quali i bilanci degli ultimi tre esercizi aziendali, la visura camerale della società e la sua attuale situazione patrimoniale.

Ora i professionisti che seguono l’azienda, gli avvocati Antonio Prade e Paolo Corletto ed il commercialista Giorgio Grosso, presidente di Veneto Sviluppo, avranno due mesi di tempo per convincere i creditori, ed in particolare le banche (Unicredit, Sparkasse, Antonveneta, Popolare di Vicenza, Popolare dell'Alto Adige e Bovio Calderari), ad approvare il piano di concordato presentato dall'azienda. Lo conferma l’avvocato Corletto del foro di Treviso: «Il termine fissato dai giudici è il 22 dicembre».

Se il tentativo non andasse in porto, lo spettro del fallimento diverrebbe concreto. Se invece i creditori dovessero accogliere le proposte contenute nel concordato, azienda e posti di lavoro verrebbero salvati. Ecco perché da qui a fine dicembre, saranno giorni decisivi per le sorti della “Bortoluzzi Celeste srl”. La storica impresa edile bellunese, nata nel 1901 ed artefice in provincia di numerose opere pubbliche, è entrata in crisi, negli ultimi anni, per una serie di motivi: il cattivo esito di alcune iniziative imprenditoriali, la crisi generale del settore immobiliare, i fallimenti di alcune aziende debitrici, i tempi oltremodo dilatati dei pagamenti, gli alti interessi passivi sui prestiti ed alcuni investimenti bancari andati male.

Tra i sindacati ed i vertici dell’azienda ci sono stati, di recente, alcuni incontri per fare il punto della situazione e capire se vi siano margini per salvare la quarantina di posti di lavoro che attualmente offre un’impresa che negli anni d’oro superava il centinaio di dipendenti.

La crisi generale del settore immobiliare, iniziata nel 2008, ha avuto un suo forte peso sull’attuale situazione dell’impresa edile.

Ma ci sono anche altri motivi che l’hanno messa in crisi l'azienda bellunese. Come per esempio un appalto poco “fortunato” come la costruzione della nuova caserma dei carabinieri di Feltre. A causa di alcune contestazioni, infatti, la Bortoluzzi Celeste srl è giunta ad un accordo transattivo di 550.000 euro, che lo Stato, però, non ha ancora pagato. Ad aggravare la situazione anche i fallimenti di tre ditte debitrici, che ha determinato una perdita complessiva di 400.000 euro. Ci sono state inoltre alcune commesse sfortunate come ad esempio un subappalto al Mose di Venezia che ha portato ad una perdita di 400.000 euro oppure la costruzione di un fabbricato in centro a Belluno, nel 2007, che avrebbe causato perdite superiori a 700.000 euro.

Come se non bastasse anche i famigerati "swap", consigliati dalle banche, c’hanno messo del proprio. In tal caso le perdite sarebbero state di 355.000 euro. Per non parlare degli interessi passivi altissimi. L'impresa edile, in 5 anni, dal 2007 al 2011, ha corrisposto alle banche interessi passivi pari ad oltre 3.700.000 euro (800.000 euro d'interessi all'anno) che hanno letteralmente eroso l'utile aziendale.

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