Borgo Pra, il dipinto di San Giuseppe danneggiato dalla pioggia

BELLUNO. Il timpano risente della pioggia e del tempo. Il dipinto sopra il portone della chiesa di San Giuseppe di Borgo Pra è seriamente danneggiato. Si è come gonfiato nella parte inferiore, senza contare che un pezzo di sinistra della cornice può cadere sul sagrato da un momento all’altro. Quella scena familiare tanto casa agli abitanti del borgo cittadino con San Giuseppe falegname (marangon in dialetto bellunese) al suo tavolo da lavoro, la Madonna e il bambino ha bisogno di una sistemata.
Il nuovo parroco di San Giovanni Bosco. don Gianantonio Trenti ha ricevuto una segnalazione e si è già preoccupato di fare un salto all’incrocio tra le vie San Giuseppe e Sant’Antonio, per rendersi conto dei danni e verificare se si può fare qualcosa o la situazione è compromessa in maniera irrimediabile: «Non ci sono nemmeno andato da solo, ma con un architetto specializzato in restauri», rivela il sacerdote, «inizialmente, sembrava che si trattasse di un dipinto di scarso valore artistico, ma in seconda battuta abbiamo scoperto che si tratta di un’opera di Luigi Vardanega, un artista vicentino di Possagno, che in città ha lavorato anche alla chiesetta della Rossa con la “Vergine protettrice dell’Oltrardo”, quella che abbraccia i partigiani caduti. Senza scordare l’affetto che gli abitanti del borgo possono provare per la loro chiesa. Dobbiamo tenere conto anche di questo».
L’edificio sacro è stato edificato nel 1796 da don Giuseppe Burloni ed è stato il vescovo Sebastiano Alcaini a provvedere alla benedizione. Nel corso degli anni, entrambi i papi bellunesi l’hanno visitata e frequentata: prima Gregorio XVI e poi Giovanni Paolo I. Giusto per fare un po’ di storia. Adesso come adesso, ha bisogno di un intervento di una certa portata e, di conseguenza, costo: «Sono qui a Don Bosco da poco tempo e non è che fossi a conoscenza di questo problema», riprende Trenti, «ho dovuto farmelo dire dai miei parrocchiani, altrimenti c’era il rischio che non me ne accorgessi. Bisognerà sentire cosa ne pensa la curia, tanto per cominciare. In seconda battuta, sarà il caso d’interpellare la Sovrintendenza. I passaggi inevitabili da fare sono questi, poi vedremo se sarà possibile interven ire».
In casi come questo, si fa appello anche alla generosità dei parrocchiani e degli enti pubblici e privati. Non è ancora il momento di mettere la mano all’altezza di cuore e portafoglio, ma arriverà presto. Il tempo di sentire il vescovo Giuseppe Andrich.
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