Boati sul Fadalto: i terremoti non c'entrano, le falde forse sì

E' l'orientamento del Centro sismologico di Trieste, cedimenti simili anche in passato
Le Crode Lise sopra il passo Fadalto
Le Crode Lise sopra il passo Fadalto
BELLUNO. I sismografi non stanno registrando terremoti. Né profondi né superficiali. I boati che si sentono in Val Lapisina, tra Belluno e Vittorio Veneto, possono quindi essere riferibili a cedimenti sotterranei provocati dalle falde e dalle sorgenti, numerose in zona. E' quanto riferiscono ambienti scientifici dell'Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste dopo aver esaminato i tabulati delle rilevazioni del primo sismografo, quello collocato a Fadalto Basso, in casa di Giuseppe Berton. Ce ne sono altri quattro tra Nove e Farra d'Alpago e i loro dati saranno esaminati tra oggi e domani, per cui al vertice di domani sera, a Vittorio Veneto, con la protezione civile, si saprà puntualmente l'origine del singolare fenomeno che viene avvertito dall'ottobre scorso. Al momento, dunque, nulla a che vedere con il terremoto. Solo in un caso, tra il 22 ed il 23 gennaio, c'è stata una parziale coincidenza fra le scosse registrate ed i botti. Troppo poco per parlare di sisma. «I segnali non sono di terremoti tettonici di fondo» precisano i tecnici che a Trieste e Udine stanno studiando quanto accade nella valle tra il Pizzoc ed il Visentin. Presto, però, per dire se i cedimenti causati dall'acqua possono essere pericolosi fino a comportare uno sprofondamento della superficie terrestre. «Non è da escluderlo, ma questi vuoti dovrebbero verificarsi proprio sotto la crosta» afferma il geologo di Nove Antonio Della Libera, che per primo ha parlato delle falde gonfie d'acqua come causa più probabile dei boati. «Probabilmente, invece, avvengono in profondità». Francesco Carraro, geologo, docente all'università di Torino, che ha studiato il Fadalto, conferma che cedimenti di questo tipo ci sono già stati nel passato. Si tratta di frane spinte dall'acqua. Silvano De Nardi, presidente del Consiglio di quartiere di Vittorio Veneto, ricorda che l'anno scorso è caduta un'enorme quantità di pioggia, mille millimetri, pari a 10 ettolitri per metro quadrato, in particolare tra novembre e dicembre. «Botti in valle se ne sono sempre sentiti, seppur in misura quasi impercettibile, ma fino ad oggi non si è data loro importanza» puntualizza Della Libera. «Dopo le piogge torrenziali dell'autunno scorso, si sono uditi in forma più acuta». «I terremoti provocano rotture, l'acqua provoca dei cedimenti, sono due fenomeni completamente diversi e diversamente più o meno pericolosi», puntualizzano negli ambienti dell'Istituto triestino. «Ne sapremo qualcosa di più a conclusione delle analisi dei dati». I cedimenti, per la verità, potrebbero essere determinati anche da cause artificiali. E pure gli esperti dell'Ogs hanno acceso i riflettori sugli impianti idroelettrici dell'Enel. Si sa, però, che nessun lavoro particolarmente impegnativo è stato fatto negli ultimi tempi e che gli impianti, comunque, funzionano nella massima sicurezza; per qualsiasi pericolo che fosse intervenuto, le centrali si sarebbero automaticamente fermate. E' pur vero che talvolta capita che 160 metri cubi d'acqua al secondo vengono risucchiati dal lago Morto verso quello di santa Croce, ma il rumore dei rotori è quasi impercettibile e, comunque, la popolazione si è così abituata che non ci fa più caso. Intanto il sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, ha confermato in televisione che la protezione civile si sta mobilitando e che è pronto anche il piano di evacuazione in caso di un'eventuale emergenza.

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