Berton: «Abbiamo davanti anni difficili Ci salviamo se lavoriamo con l’estero»

La neopresidente di Confindustria Belluno Dolomiti punta su infrastrutture, formazione e cultura: «Il talento elevato a sistema» 

Stefano vietina

C’è un’anima di acciaio dietro al sorriso di Lorraine Berton, prima donna alla guida di Confindustria Belluno Dolomiti. E traspare anche quel Dna ereditato dalla nonna Maria Luigia Motter, comeliana di Candide che, come lei racconta, a fine ’800, spingendo un carrettino, portava a piedi i suoi prodotti di montagna fino a Conegliano, ma conosceva anche la Divina Commedia. Ovvero, si fa impresa con la fatica quotidiana, ma anche puntando sulla formazione e sulla cultura.

«E senza questo connubio – dice la neo presidente – affrontare la crisi che abbiamo di fronte nei prossimi anni non sarà facile». Ma la Berton è abituata a mettere in colonna i problemi, uno dietro l’altro, ed a scrivere subito a fianco, senza troppi tentennamenti, le possibili soluzioni. «Poi si lavora insieme, in squadra, se si vuole raggiungere davvero qualche risultato perché da soli si fa poco».

La sua elezione (avvenuta lo scorso 31 gennaio) è stata un plebiscito, ha raccolto, da unica candidata per la verità, il 90% dei consensi. «Ma quello che più mi ha fatto piacere è stata la grande partecipazione di tutte le aziende, anche le più grandi».

Scusi, ma dove è finita la fronda che quattro anni fa aveva conteso a Luca Barbini la presidenza per pochi voti di scarto?

«Era un’altra stagione, oggi la nostra associazione è compatta, stiamo crescendo rispetto alle poche defezioni andate a Treviso. Siamo 400 aziende, 40 si sono iscritte recentemente, il saldo è più che attivo».

Lei punta dunque sulla squadra.

«Che divide i compiti ed assicura il successo: per questo desidero che il talento sia elevato a sistema. Oltre alla conferma del direttore Andrea Ferrazzi, ho scelto persone esperte e competenti, capaci di mettersi a disposizione dell’associazione e quindi di tutti gli associati, senza distinzioni». E snocciola i nomi dei vice presidenti eletti Paolo Candiago (presidente Cda di Giorik), suo vicario con delega al Credito e Finanza; Alessio Cremonese (Ad di Manifattura Val Cismon), con delega a sport, turismo e grandi Eventi; Augusto Guerriero (presidente di Lattebusche), con delega all’ambiente, territorio, sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa. Poi i due vicepresidenti di diritto, Davide Piol (Piccola Impresa) con delega all’alta formazione, all’Università e alla cultura d’impresa e Marco Limana (Giovani) con delega all’Education.

Come va l’economia a Belluno?

«Vedo che l’Italia è in recessione e abbiamo davanti quattro anni non facili. Le scelte politiche in economia e la situazione congiunturale difficilmente consentiranno di restare sui livelli del 2017, anche qui da noi. L’occhialeria ad esempio, dopo cinque anni di crescita a doppia cifra, ha subito un arresto. Per fortuna lavoriamo molto con l’estero e i segnali sono incoraggianti».

Su cosa bisogna puntare?

«Il Made in Italy, che resta un valore aggiunto in diversi settori e l’autonomia della Provincia di Belluno, stando bene attenti che non si sostituisca il centralismo romano con quello regionale».

Lorraine Berton, presidente di Sipao per otto anni e vice presidente dell’Anfao è un’imprenditrice nel settore degli occhiali. «Insieme a mia sorella Elena, ho due aziende a Quero, la Arlecchino e la ToB, una attiva sul mercato americano e l’altra su quello europeo. In tutto 45 addetti per un fatturato complessivo di 9 milioni di euro. Noi qui siamo fortunati rispetto al panorama nazionale: abbiamo aziende di livello internazionale, non solo nell’occhialeria. Abbiamo una propensione all’internazionalizzazione. E siamo in un territorio Unesco».

Che va salvaguardato...

«Ma le pare che i bellunesi farebbero mai qualcosa per rovinare questo paradiso, questa isola felice che ogni anno è in testa alle classifiche per qualità della vita?»

Ma lei non è la moglie di Valentino Vascellari, fortemente impegnato nel settore delle centraline idroelettriche?

«Certo, ma si tratta di un business che, con un confronto chiaro e serio con gli enti locali e le popolazioni, porta ricchezza al territorio, non certo devastazione».

Rimane aperto il nodo delle infrastrutture, soprattutto la viabilità; dal treno all’autostrada.

«Abbiamo posizioni chiare e condivise in associazione: sull’autostrada abbiamo commissionato uno studio che spiega tutti i benefici. Uno dei primi passi del mio mandato sarà proprio un confronto con politici ed amministratori su questo nodo fondamentale per il nostro sviluppo».

Anche in vista dei grandi eventi sportivi.

«Siamo ad un passaggio fondamentale, in cui al forte tessuto economico, possiamo accoppiare uno sviluppo turistico impensabile senza il traino dei Mondiali di sci del 2021 e, speriamo, delle Olimpiadi 2026. Non possiamo perdere questa opportunità». —



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