Bepi Monti Fabbro scende in campo per la Regola

AURONZO. Chi si rivede? Bepi Monti Fabbro. Sì, proprio lui, l’ex capo della mobilitazione per l’ospedale di Auronzo, negli anni Novanta, il fondatore della “Repubblica del Cadore”, oggi conduttore...

AURONZO. Chi si rivede? Bepi Monti Fabbro. Sì, proprio lui, l’ex capo della mobilitazione per l’ospedale di Auronzo, negli anni Novanta, il fondatore della “Repubblica del Cadore”, oggi conduttore del rifugio Carducci. È uno degli 800 regolieri della comunità familiare di Villagrande e si è messo in lista per le elezioni del 29 marzo. Lo ha fatto insieme ad altri tre amici con un preciso obiettivo: gestire la Regola fino alla scadenza naturale del mandato, il prossimo anno, per concludere con il Comune l’accordo sulla famosa particella 402 di Misurina, in modo che quel tesoro diventi un patrimonio delle regole di Villagrande e Villapiccola. Un patrimonio non da abusare, ma da conservare, quindi da tutelare, seppur guardando avanti, al futuro.

Monti, dunque, scende in campo. Nei primi anni Novanta, quando il Comitato per la costituzione della Regola mosse i primi passi, lui c’era, ma tagliò l’angolo quando si rese conto che l’unico obiettivo era quello di incamerare la strada delle Tre Cime di Lavaredo, la gallina dalle uova d’oro. Oggi riprende la sfida per promuovere una rinnovata collaborazione con il Comune, salvaguardando comunque gli interessi delle famiglie regoliere. E lo fa con Sandro Corte Metto, consulente di management, Andrea Zandegiacomo De Zordi, ex direttore delle Poste, Andrea Zandegiacomo Cella, giovane idraulico ed agricoltore che l’estate scorsa ha lanciato due grandi orti.

«Ci proponiamo come una squadra che, se sarà votata, s’impegna a portare a casa il protocollo d’intesa con il Comune – spiega Monti – che, con i precedenti amministratori, era ad un passo dalla firma, dopo ben 15 anni di discussioni». Monti è una figura molto nota in paese, è stato protagonista di battaglie storiche, ma non ha mai voluto coinvolgersi in politica attiva e da tempo si è ritirato a vita privata (per modo di dire), facendo il rifugista. «Ho deciso di rimettermi in gioco quando ho letto di minacce, buste con fiammiferi, lettere con accuse improbabili, intimidazioni con il sabotaggio delle auto. Cose che fanno inorridire gente pacifica come siamo noi. Mi sono detto – racconta – che non potevo accettare tanto sfregio all’immagine di Auronzo. Ed ecco che con alcuni amici ci siamo detti: sfidiamo perfino la paura, se è vero che è stato quest’elemento ad indurre gli ex componenti della commissione amministrativa a fare un passo indietro (almeno 4 di loro)». Il gruppo sta preparando anche un programma per le elezioni.

Francesco Dal Mas

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