Belluno, tre contro uno sul bus: picchiano un ragazzo e gli rubano una giacca

BELLUNO. Bullismo sull’autobus. I reati contestati ad Abderrahman Lakhdar, Youssef Toufga e a un amico minorenne all’epoca dei fatti sono rapina impropria su un mezzo di trasporto pubblico e lesioni, ma le condotte sono quelle attribuibili a tre bulli, che hanno approfittato di un ragazzo solo. Non si sa se ci fossero degli altri viaggiatori, fatto sta che nessuno è intervenuto in sua difesa, sicché entrambi i reati sarebbero stati consumati: i due maggiorenni andranno a processo, mentre il minore è di competenza della Procura di Venezia.
I quattro ragazzi erano partiti dalla stazione di Belluno e il bus stava viaggiando in direzione Feltre: il ragazzo, che si costituisce parte civile e ieri mattina era in tribunale con il padre oltre che con l’avvocato Paolo Zaglio sarebbe stato spintonato, schiaffeggiato e colpito ripetutamente alla testa e al volto fino a essere ridotto in uno stato di incapacità a reagire. Mentre lo picchiavano, accusandolo fra l’altro di mancare loro di rispetto, lo minacciavano più volte di fargli del male e di mandarlo all’ospedale.
La giovane vittima non è riuscita a sottrarsi e ha potuto solo sperare che la sua fermata arrivasse il prima possibile per sottrarsi a quel trattamento. Prima di scendere, i tre futuri imputati sono andati oltre: sono riusciti a rubare un giubbotto che la parte offesa teneva all’interno dello zaino lasciato sul sedile accanto a quello in cui era seduto. Una giacca antipioggia in tessuto leggero di marca, ma di un valore imprecisato. Una volta perpetrato il furto con violenza, sono scesi, dandosi alla fuga.
Arrivato a casa, il ragazzo bullizzato ne ha parlato con i genitori e insieme hanno deciso di andare alla più vicina stazione dei carabinieri a presentare una querela. I due indagati più grandi hanno avuto bisogno di affidarsi all’avvocato Monica Casagrande, che ieri mattina li ha rappresentati di fronte al giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi e al pubblico ministero Marta Tollardo. Entrambi andranno a processo e, in caso di condanna, saranno chiamati a risarcire il danno, che non sarà soltanto quello relativo alla giacca di fabbricazione americana
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