Belluno, trasporti pubblici: i tagli sono insostenibili
Preoccupato l'ad di Dolomitibus anche se ancora nutre qualche speranza

Domenico Limana
BELLUNO. «Un taglio del 20% al budget per i trasporti sarebbe insostenibile. Noi pensavamo che si trattasse di una flessione sul 5%, ma così mette a rischio i servizi. Si fanno avanti due ipotesi: o lasciare a piedi gli studenti o tagliare il servizio nelle frazioni più distanti e difficili da raggiungere». Questo potrebbe essere lo scenario per i trasporti in provincia secondo l'amministratore delegato di Dolomitibus, Paolo Rodighiero che però non vuole nemmeno prendere in considerazione queste eventualità perchè «spero che alla fine il taglio sia più contenuto. Credo che in questa fase molto fluida, dove sono in corso ancora le trattative tra Stato e Regioni per rinegoziare i tagli, forse qualche risorsa in più potrebbe arrivare ancora. Staremo a vedere. Non appena sarà chiaro il quadro dovremo confrontarci con i nostri soci». Preoccupato anche il presidente dell'Associazione costruttori edili, Domenico Limana che, se prima vedeva grigio, ora, dopo i tagli, vede più che nero. «Siamo dentro ad un cambiamento che non riusciamo a gestire, di fronte ad una politica nazionale che non posso commentare e così a cascata per quelle locali. Gli enti locali sono schiacciati dai ridotti trasferimenti mentre le banche fanno spallucce», dice Limana che prosegue: «Bisognerebbe andare in letargo e risvegliarci quando il freddo è passato». Limana denuncia la mancanza di appalti pubblici: «Avremo bisogno di commesse non certo milionarie, ma sui 500mila euro per far girare un po' il settore, ma soprattutto credo che sia venuto il momento di istituire un tavolo unico per tutto il settore chiamando a raduno i protagonisti dell'intera filiera edilizia dai progettisti ai costruttori fino ai sindacati. E da qui», prosegue Limana, «una volta delineata una linea comune andare al tavolo più generale dove siedano tutte le categorie perchè a questo punto della storia, serve una politica che contempli tutti i settori. Non si può più pensare che ogni ambito vada da solo. Siamo tutti legati tra noi, per cui è indispensabile fare squadra, essere uniti». Il presidente dell'Ance bellunese confessa di non avere la soluzione della situazione in tasca, «ma si potrebbe però iniziare a pensare e ragionare sulle energie alternative, sulle strutture ecocompatibili, e anche su altri settori che sono il futuro. Dobbiamo iniziare a ragionare in questi termini se vogliamo uscire da quest'empasse. Si potrebbe pensare anche ad una certificazione e un adeguamento degli edifici sia privati che pubblici. Ma dipende solo dalla politica incentivare questi ambiti. Se ci fosse la volontà le soluzioni, come si vede, ci sono». (p.d.a.)
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