Belluno: sostegno alle famiglie, alle donne vittime di violenza e ai lavoratori

Nel 2024 ben 530 lavoratori hanno contribuito ad alimentare il fondo. Anche nel 2025 continuerà l’impegno della Fondazione Welfare

Ben 530 lavoratori raggiunti e diventati contributori per i progetti di solidarietà; 22 sostegni dati a famiglie per le rette dell’asilo nido; 3 donne vittime di violenza accolte negli alberghi per fuggire dal marito o compagno violento; un nuovo concorso per i giovani, con l’obiettivo di farli rimanere a Belluno o farli tornare. La Fondazione Welfare Dolomiti chiude il 2024 con numeri significativi. E con una certezza: «Il lavoro di squadra paga sempre», dice la presidente Francesca De Biasi, che guida un soggetto quanto mai eterogeneo, dato che la Fondazione (ovvero il vecchio Fondo Welfare nato nel 2018) mette insieme istituzioni, mondo sindacale, mondo datoriale e diocesi. 

Nel 2024 la Fondazione Welfare Dolomiti ha sostenuto le famiglie e le comunità bellunesi in vari modi. Ha unito il suo contributo (10 mila euro) a quelli di Provincia e Consorzio Bim Piave per appoggiare il progetto Investi Scuola, che garantisce abbonamenti per il trasporto degli studenti delle superiori a prezzo calmierato. Poi ha proposto il progetto “Nido in montagna”, erogando contributi a 22 nuclei familiari con Isee sotto i 15mila euro per sostenere le rette dell’asilo nido.

«Il progetto viene riproposto, anche grazie al contributo del presidente Ascom Paolo Doglioni, che ha devoluto alla Fondazione il ricavato del suo ultimo libro, dedicato ad Albrecht Dürer» spiega Francesca De Biasi. Difatti nei giorni scorsi è uscito il nuovo bando per “Nido in famiglia” edizione 2025.

Sempre nel 2024 è stato portato avanti il contrasto alla violenza di genere, con un protocollo siglato con la Prefettura che prevede di ospitare per alcune notti in emergenza negli alberghi le donne che subiscono maltrattamenti domestici. E in primavera è stato attivato il fondo “Un aiuto subito” per i lavoratori vittime di infortunio.

È stato curato un convegno di due giorni (18 e 19 ottobre) in collaborazione con l’ordine degli psicologi del Veneto e la Provincia in occasione del festival della psicologia, dedicato allo spopolamento e al benessere in montagna. Infine, è stato lanciato il concorso “Ci sto bene”, rivolto a giovani bellunesi chiamati a creare brevi video con l’obiettivo di convincere i loro coetanei a rimanere o tornare a Belluno. 

«È stata un’attività ampia, quella del 2024, che conferma gli obiettivi della Fondazione, tutti orientati a sostenere le famiglie e i lavoratori» spiega De Biasi. «Quest’anno abbiamo raggiunto 530 lavoratori di Confindustria, Appia e dell’ente Provincia, che grazie a una donazione direttamente dalla busta paga contribuiscono a finanziare i nostri progetti. L’idea è quella della cooperazione, in cui ognuno fa il suo, sapendo che aiuta anche gli altri».  

L’anno che verrà ha già una serie di progetti, per la Fondazione Welfare Dolomiti. «Intanto intendiamo proseguire tutte le iniziative in essere» sottolinea De Biasi. «Quindi porteremo avanti, come detto, il progetto sugli asili nido e il concorso “Ci sto bene”. E cercheremo di incrementare la raccolta fondi con un maggiore coinvolgimento di lavoratori e di aziende».

Tra le novità a cui la Fondazione sta lavorando, l’ipotesi di un bando per doposcuola e centri estivi, e l’attivazione di un sostegno all’iniziativa solidaristica del microcredito. «Vogliamo appoggiare le iniziative a favore delle residenzialità» spiega De Biasi. «E proprio per questo abbiamo aderito come partner di rete al progetto Primavera Casa che ha recentemente vinto un banco Cariverona. È da capire se si riuscirà a creare una sorta di fondo di garanzia per i proprietari di immobili che decidono di metterli in affitto a prezzi calmierati per le famiglie che ne hanno necessità. Come Fondazione crediamo in questo genere di progetti e siamo a disposizione».

 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi