Belluno, incidenti: 16enne si schianta e muore con lo slittino, sciatore muore in pista ad Auronzo
Il ragazzino di Spinea (Venezia) è finito contro un albero mentre scendeva con lo slittino da una pista sopra Lentiai. Poco prima ad Auronzo sulla pista Tomba è morto un cinquantenne di San Donà cadendo con gli sci

L’elicottero del Suem ha soccorso il ragazzino ferito a Lentiai
LENTIAI. Due tragedie sulla neve si sono consumate in un pomeriggio sulle piste del Bellunese. Entrambe hanno coinvolto turisti veneziani in vacanza: ad Auronzo, sulla pista Tomba, un cinquantenne di San Donà
dopo una caduta con gli sci che lo ha mandato fuori pista.
E verso le 17, al rifugio "Pian di Coltura", sopra Lentiai, un ragazzino di Spinea, Davide La Fuenti di appena 16 anni, è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente mentre scendeva lungo un pendio, accanto al rifugio, dove due giovani preti di Spinea gestiscono una colonia per le vacanze estive ed invernali delle parrocchia.
Il ragazzo è morto in mattinata per la gravità delle ferite riportate. I genitori hanno acconsentito all'espianto degli organi.
Lo slittino, per cause al momento al vaglio dei carabinieri della stazione di Mel e dei vigili urbani di Lentiai, è finito addosso ad un uno dei due alberi che delimitavano l'improvvisata pista. Una discesa che i giovani della colonia usavano come pista di slittino e dove mai prima di ieri s'era verificato un incidente.
Una disattenzione oppure una tragica fatalità alla base del dramma. Nell'impatto con la pianta, il sedicenne veneziano ha subito perso i sensi. Gli amici, che erano assieme a lui, hanno avvertito i responsabili della colonia e dal rifugio di Pian di Coltura è subito partito l'allarme ai sanitari della centrale operativa del 118 di Pieve di Cadore.
La situazione descritta dai testimoni del dramma ha indotto i responsabili del Suem ad inviare sul posto il velivolo dell'elisoccorso per accorciare i tempi dell'intervento. Pochi minuti più tardi l'elicottero era già sul posto.
I sanitari del 118 hanno intubato sul posto il giovane e, dopo averlo stabilizzato in una barella, l'hanno trasportato al pronto soccorso dell'ospedale "San Martino" di Belluno. Stando a quanto s'è appreso, il giovane, mentre veniva sottoposto ad un urgente esame, è rimasto privo di conoscenza.
Dal pronto soccorso, il paziente è stato poi trasportato in sala operatoria dove per ore i medici, anestesisti e rianimatori, hanno tentato il tutto per tutto, per salvare la vita al giovane. A preoccupare i medici era il gravissimo trauma cranico riportato nell'impatto contro l'albero. Clima tristissimo, al rifugio pian di Coltura.
Il gestore del locale, accanto alla colonia, s'è limitato a dire: «Meglio che non chiamate questa sera, riprovate domani. Siamo ancora sotto shock, per quanto è successo». Di sicuro, l'incidente innescherà un'inchiesta della procura della Repubblica di Belluno. In serata, il vigile di Lentiai, assieme al comandante dei carabinieri della stazione di Mel, ha sentito i testimoni del dramma. Il dettagliato verbale arriverà forse già oggi sul tavolo del pm di turno, Massimo De Bortoli. È, comunque, prevedibile l'apertura di un fascicolo, per responsabilità colposa.
Sono cariche di dolore le parole di don Antonio dopo la dichiarazione di morte cerebrale per Davide, il ragazzo di 16 anni di Spinea che ha battuto violentemente la testa contro un albero mentre scendeva con un amico su uno slittino artigianale sulle nevi di Lentiai.
Davide faceva parte di un gruppo parrocchiale, con alcuni accompagnatori e due parroci tra cui don Antonio, che doveva passare alcuni giorni di vacanza in montagna. ''Un grande dolore abbiamo nel cuore - ha detto il sacerdote - apprendendo quanto è capitato a Davide, il nostro Davide. Siamo immensamente vicini alla mamma e al papà, a Luca e Marta, alla nonna, zii e familiari tutti. Mai avremmo pensato di poter sperimentare un dolore così grande.
Le parole non esprimono i sentimenti più profondi, il silenzio ci assale e si fa spazio solo una preghiera per poter capire, accettare e soprattutto per Davide che affidiamo alla bontà di Dio e che certo nella sua vivacità ci sta sorridendo vicino al Signore che aveva appena incontrato nel Natale. Siamo vicini anche ai suoi amici e compagni e diciamo che solo la preghiera ci puo' aiutare''.
''Grazie al papà e alla mamma - ha aggiunto - per il dono grande di Davide e perché hanno deciso di donare gli organi perché altri possano vivere attraverso il loro figlio''.
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