Belluno, il dottor Bortot in prima linea: «Mi vaccino per un senso di responsabilità»

BELLUNO. Si è offerto volontario insieme ad altri quattro colleghi della medicina di gruppo integrata di Cavarzano per sottoporsi alla vaccinazione anti Covid che si svolgerà domenica mattina. Alle 12.35 il dottor Fabio Bortot, coordinatore della medicina Belluno Dolomiti, sarà all’ospedale di Belluno per ricevere la prima dose del vaccino messo a punto dalla belga Pfizer-BioNtech.
Dottor Bortot quando ha deciso di offrirsi volontario per il vaccination day?
«La settimana scorsa i vertici dell’Usl 1 Dolomiti mi hanno chiesto i nominativi di coloro che erano disposti a farsi vaccinare all’interno della medicina di gruppo integrata di Cavarzano. Dopo un rapido consulto, ho fornito il mio nome e quello di tre colleghi. A Natale il Dipartimento di Prevenzione ci ha fornito l’orario in cui dovremo presentarci al drive-in che sarà predisposto all’ospedale San Martino».
Perché hanno scelto proprio voi per questa giornata così importante?
«Credo che sia stato tenuto in considerazione il fatto che abbiamo sempre esaudito le richieste della Regione: abbiamo eseguito i test sierologici sugli insegnanti prima dell’inizio della scuola e abbiamo aderito all’iniziativa dei tamponi rapidi che sta andando molto bene, visto che complessivamente la nostra medicina integrata ne esegue dai 100 ai 150 a settimana. E qualcuno risulta pure positivo».
Perchè ha deciso di vaccinarsi?
«È un gesto importante per chi è in prima linea, un gesto di responsabilità indispensabile per proteggere me e tutte le persone con cui vengo in contatto. Penso che un medico abbia il dovere di dare informazioni precise ai suoi pazienti, sperimentando in prima persona anche il vaccino. E poi è vero che finora mi è andata bene, però c’è sempre il rischio che il virus possa contagiarmi, visto che lavoro anche in casa di riposo. Bene, ho detto sì anche per proteggere i pazienti e i miei familiari».
Lei si è informato sul vaccino che le inoculeranno?
«Certo. So che è un vaccino nuovo, so quali sono state le reazioni maggiori su chi finora si è immunizzato nel mondo. So che potrebbe dare febbre, problemi gastrointestinali, gonfiore a livello della spalla dove è stato inoculato. Mi auguro che non succeda alcunché di quanto ho appena descritto».
Ha un po’ di timore?
«Beh, un po’ di timore c’è sempre, non è certo una passeggiata. Però mi rincuora il fatto che già diverse migliaia di persone nel mondo si siano vaccinate. E poi penso che, se deve succedere qualcosa, è meglio capiti a me, che almeno ho un po’ di conoscenza in materia. Comunque una cosa è certa: vaccinarsi è importante. per questo spero che il mio gesto venga imitato anche da tanti altri cittadini bellunesi quando arriveranno le dosi. Perchè solo con il vaccino possiamo avere una garanzia di immunità per noi e per gli altri».
Sembra che lei non abbia alcun dubbio in materia...
«Io credo nei vaccini in generale. Mi sono sempre sottoposto a vaccino, vaccinando a mia volta migliaia di persone dall’influenza. È vero, questo siero è nuovo, ma serve per combattere una malattia strana, complicata da affrontare, un virus che sta mettendo sotto pressione la sanità. Penso che tutto quello che serve per evitare di intasare gli ospedali sia positivo, soprattutto ora che tutti i posti letto sono occupati da persone positive. Se non ci immunizziamo, rischiamo di non trovare nemmeno un letto libero per pazienti che hanno problemi diversi dal Covid.
Dal suo posto privilegiato come vede il progredire del virus?
«Mi sto rendendo conto dai tamponi rapidi che facciamo, dell’aumento di contagiosità del Coronavirus rispetto all’inizio. Il numero dei positivi è aumentato. Una situazione del genere in 40 anni di attività non l’avevo mai vista. E questo mi preoccupa».
In che senso?
«Mi preoccupa l’aumento dei ricoveri e quindi il rischio che il sistema ospedaliero possa scoppiare, oltre al fatto che ho visto tante persone over 85 soccombere a questa malattia. E poi non c’è da trascurare il fatto che ora tutti quei giovani medici laureati che si sono resi disponibili a comporre le Usca e a seguire i drive in, a febbraio potrebbero decidere di lasciare per andare a fare la specializzazione. In quel caso cosa si farebbe? Ecco perché è meglio vaccinarsi». —
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