Belluno, finalmente piogge e neve in alta quota ma il bilancio idrico è ben sotto la media

Precipitazioni nevose fino a mezzo metro tra oggi e domani. Gli impiantisti: «Non sono sufficienti per preparare le piste»
Francesco Dal Mas

La neve è in arrivo. La pioggia pure. Fioccherà alle quote più alte, dai 1500 metri in su, soprattutto oltre i 2000. Almeno per mezzo metro, secondo le previsioni che si stanno perfezionando in casa Arpav ad Arabba. Pioverà, invece, alle quote più basse, ma non nella misura che sarebbe sufficiente per riportare in equilibrio il bilancio idrologico.

Poca pioggia

«In tutto il mese di ottobre», fa sapere Bruno Renon dell’Arpav di Belluno, «sono caduti da 35 a 70 millimetri di pioggia, a fronte dei 120-220 di media, con località dove è piovuto solo per un quinto del totale medio pluriennale (ad esempio a Sant’Antonio Tortal, sopra Trichiana). E, si badi, gran parte della pioggia è caduta solo in due mezze giornate, nella mattinata del 22 ottobre e nel pomeriggio del 24».

Da inizio anno il deficit nel bilancio pluviometrico si è rafforzato, con scarti negativi ovunque compresi fra il 20 e il 45%, ad eccezione di alcune località dell’estremo nord della provincia, come a Santo Stefano di Cadore, dove le precipitazioni sono state addirittura “normali”. «Negli ultimi 36 anni, il 2022 si sta confermando uno dei quattro più secchi, assieme al 1990, 1997 e 2003», fa sapere Renon.

Arriva la neve

Di neve ne arriverà abbastanza, ma, attenzione, non è detto che resista. I terreni su cui cade sono molto caldi, il mese di ottobre ha registrato temperature sostenute, e, in ogni caso, la prossima settimana potrebbe arrivare l’estate di San Martino. Sarà anche una neve pericolosa, sostengono gli esperti, nel senso che, precipitando su versanti tutt’altro che freddi, potrebbe scivolare a valle. Quindi bisogna prestare la massima attenzione al pericolo di valanghe attraversando le strade sottostanti.

E a nessuno venga in mente – si afferma dal Soccorso alpino – di iniziare anzitempo qualche attività di scialpinismo. In altri tempi, la fuga verso la Marmolada sarebbe cosa scontata, ma dal giorno della tragedia di 4 mesi fa è presente una ordinanza del Comune di Canazei che vieta l’accesso al ghiacciaio. Ieri pomeriggio, il bollettino dell’Arpav di Arabba si limitava a segnalare, in rosso, che «dalla tarda serata di giovedì 3 e nel corso di venerdì 4 fase di tempo perturbato, a tratti instabile. Sono previste precipitazioni diffuse con quantitativi consistenti, localmente abbondanti su zone montane e pedemontane. Fino alla prima parte di venerdì rinforzi di scirocco sulla costa e dai quadranti meridionali in quota”. Non precisava, dunque, la metratura della neve. Ma il mezzo metro sarà confermato oggi. Anzi, con qualche centimetro in più: 55 cm. Più precisamente, nella giornata di venerdì, dai 35 ai 55 mm sopra i 2 mila metri, e fino ai 75 oltre i 2200.

Impiantisti in attesa

Sarà una neve sufficiente per preparare le piste da sci? «Piano con l’entusiasmo», suggerisce Sonia Menardi della società Ista, che gestisce fra l’altro le piste del Col Gallina, le prime di solito ad aprire la stagione. «Cinquanta centimetri, in queste condizioni, sono un po’pochi, perché dopo il passaggio del gatto delle nevi di fondo ne resterebbe poco. Avremmo bisogno di terreni men caldi e di temperature più rigide. E non si dimentichi che a giorni arriverà l’estate di san Martino».

Il Col Gallina, fra l’altro, è il paradiso degli allenamenti. Attendono di prenotarsi sci club di mezza Italia. «Per gli allenamenti le piste devono essere perfette, anche dal punto di vista delle attrezzature. Quindi di neve ce ne vuole». Insomma, conclude Menardi, «apriremo non appena saremo in grado di offrire il meglio».

E per quanto riguarda la neve programmata, l’Ista come le altre società scenderanno in campo solo se si presenteranno le condizioni ottimali. Comunque tranquilli, gli impiantisti. A parte la parentesi di temperature al ribasso dei prossimi giorni, il caldo “estivo”, con otto-dieci gradi in più, non dovrebbe proseguire oltre la metà novembre e non dovrebbe essere così sviluppato durante l’inverno, soprattutto dicembre e gennaio saranno un po’ più piovosi, il che significa potenzialmente che la neve in montagna ci dovrebbe essere. Lo asseriscono gli studiosi di mereologia a livello nazionale. Staremo a vedere, incrociando le dita, conclude Sonia Menardi

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