Belluno Domani, intervista a Curti: «Rilanciamo il Nevegal, è un’attrattiva per tutti»

Nel futuro della città il presidente dell’Alpe Maurizio Curti vede il Colle: «Se si ferma non riparte più: servono investimenti importanti in tutti i settori»
Di Valentina Voi

BELLUNO. Dall’alto della sua cima il Nevegal osserva Belluno crescere e svilupparsi ma fatica a trovare una sinergia con la città. Proprio questa, però, sarebbe la condizione fondamentale per uno sviluppo turistico del Colle, con benefici anche per la città. Così la pensa Maurizio Curti, presidente dell’Alpe del Nevegal.

Nella nostra panoramica di interviste sulla Belluno del futuro non potevamo tralasciare il Colle: è una componente importante della città ma forse non ha ancora trovato un’integrazione con il turismo cittadino. Cosa ne pensa?

«Ha centrato il problema. Sembra che il Nevegal sia un qualcosa a se stante ma ricordiamoci che dista solo 20 minuti da Belluno. In una grande città, come Padova o Venezia, in questo tempo si raggiunge a malapena un altro quartiere, noi raggiungiamo una località splendida dove si possono sviluppare moltissime iniziative. Dobbiamo iniziare a considerare il Nevegal un quartiere di Belluno come Cavarzano o Nogarè. Ci sono iniziative imprenditoriali, come la nostra, e amatoriali che si danno da fare per realizzare questo progetto ma serve il contributo della politica».

E invece secondo lei c’è poco ascolto?

«Tra il cliente, il cittadino, e il fornitore, la politica, si intromette la burocrazia, che blocca qualsiasi iniziativa».

Può fare qualche esempio?

«Per poter realizzare piste da sci o da mountain bike sul Nevegal ci siamo scontrati con la burocrazia che ha allungato i tempi in maniera scandalosa. Così all'imprenditore passa la voglia di andare avanti. Il Nevegal ha bisogno di investimenti molto importanti. Ora il Colle è come un motore senza motorino di avviamento: se si ferma, non riparte più. Dobbiamo fare in modo che non si fermi e sarebbe sbagliato fare piccoli passi, perché si inciampa e si cade. Bisogna fare un salto notevole con investimenti in tutti i settori».

A quale utenza pensate?

«Il Nevegal è l’avamposto delle Dolomiti. La clientela che vorremmo che frequentasse il Colle viene sia della città di Belluno sia da fuori provincia. In inverno offriamo belle piste e un panorama insuperabile, non ci sono impianti ad agganciamento automatico o funivie velocissime ma questo è anche un’ancora di salvezza perché la manutenzione dell’impiantistica non ha costi stratosferici. L’importante è che venga neve o che si possa fare. Nella parte bassa, dove la neve artificiale si può fare, la stagione ha funzionato. Purtroppo con la sola parte bassa - quest’anno ne è la dimostrazione - il Nevegal non si mantiene. Serve un progetto più ampio per riuscire ad innevare tutto il comprensorio. Sono finanziamenti che il privato non è in grado di supportare, ci vuole il pubblico».

Avete un modello in mente?

«Per raggiungere le piste da sci da Cortina ci vogliono venti minuti. Qual è la differenza tra Cortina e Belluno a livello di distanze tra alberghi e piste da sci? C’è una città a due passi e questo vale anche per l’estate. Stiamo sviluppando una serie di attrazioni per le biciclette in collaborazione con Unione montana e Comune di Belluno. Ci andranno le famiglie, ma anche le squadre».

Un po’ come gli sci club che si allenano sulle piste in inverno.

«Le squadre di ciclisti potranno frequentare il Colle sia per allenamento che per divertimento. Vorremmo fare qualcosa che si possa autosostenere in modo da fare da biglietto da visita per l’inverno. Le associazioni stanno facendo molto da questo punto di vista».

Chiedete un investimento importante. Ma il Nevegal alla città cosa può dare?

«Un’attrattiva turistica enorme. Il centro storico si visita in qualche ora, il Nevegal può essere un complemento alla bellezza artistica della città».

Questo non può prescindere dalla comunicazione, che nel turismo è fondamentale. A Belluno a che punto siamo?

«Bisogna lavorare per svilupparla. La comunicazione costa, ci vuole un consorzio che comprenda oltre al centro anche il Nevegal per fare pubblicità e lanciare il Colle. Manca un’interazione tra il Colle e la città di Belluno, sono considerate due entità separate. E non è vero, fanno parte di un unico insieme».

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