Belluno diventa la capitale della Macroregione alpina

BELLUNO. Almeno per un giorno Belluno sarà la capitale della Macroregione delle Alpi, in costituzione il 25 e 26 gennaio 2016 a Brdo, in Slovenia, con un obiettivo di estremo interesse per il Bellunese o, quanto meno, per il Cadore e il Comelico: la creazione di un’area a fiscalità omogenea con lo Stato confinante, l’Austria. Non basta, anche una moneta speciale per l’interscambio tra le piccole e medie imprese.
Bene, venerdì 22, a Longarone convergeranno i rappresentanti delle diverse regioni. Ci saranno il presidente del Veneto, Luca Zaia, il collega lombardo Roberto Maroni, molto probabilmente Debora Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia che, pur appartenendo a un partito diverso (il Pd), crede molto in questa nuova creatura istituzionale e i rappresentanti delle altre regioni alpine europee. Organizzano l’appuntamento bellunese l’ufficio dell’assessore regionale Federico Caner.
Il collega Gianpaolo Bottacin, bellunese, che pure sarà presente, anticipa che l’appuntamento è di straordinaria importanza per le terre alte, specie per province come Belluno e Sondrio che sono interamente alpine e che non godono delle risorse date dall’autonomia, come quelle di Trento e Bolzano. «La macroregione alpina, il cui coordinamento italiano è svolto dalla Regione Lombardia», spiega Bottacin, «è una vera e propria istituzione dell’Ue, con tanto di risorse per i diversi settori in cui si deciderà di investire. E sarà proprio questo il tema del vertice di Longarone. La priorità, per Belluno e provincia, è sicuramente quella della rete infrastrutturale. Dopo aver rinunciato al proseguimento dell’autostrada A7, sia per mancanza di risorse che per l’opposizione della Provincia di Bolzano e dell’Austria, il Veneto e Belluno puntano tutto sullo sfondamento a nord col treno. Quel treno delle Dolomiti il cui studio progettuale troverà il via nell’ormai prossimo accordo tra Luca Zaia e Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, che sarà sottoscritto nei prossimi giorni a Cortina».
«È evidente, poi, che cercheremo di orientare i fondi europei», insiste Bottacin, «verso quei settori, a partire dal turismo (si pensi soltanto alle esigenze degli impiantisti della neve), che ci vedono in sofferenza rispetto a Bolzano e a Trento». Turismo, quindi, anche sul piano della promozione, e nuove opportunità di lavoro.
Il percorso per la costruzione di una “Strategia Macroregionale Alpina” ha visto la luce in modo del tutto spontaneo, per iniziativa delle regioni italiane, insieme alla maggioranza delle regioni alpine europee (intese come tutti i territori compresi nei confini amministrativi delle Regioni, Land e Province autonome coinvolte, e non come i soli territori montani), con la Conferenza di Bruxelles dell’8 novembre 2011. La Macroregione delle Alpi sarà costituita da 48 regioni, appartenenti a 7 Stati. Occuperà un territorio di 450 mila chilometri quadrati, con oltre 75 milioni di abitanti. Nella risoluzione di Grenoble, sottoscritta ancora nel 2013 dai presidenti di Regione, tra cui Zaia, si prevede, tra l’altro, che per quanto riguarda la promozione di un’economia sostenibile ci sia uno spazio unico per il lavoro, tirocini e stage nell’area alpina (accordi per percorsi formativi che alternino lavoro e studio, per carriere multi paese, con riconoscimento pieno dei titoli di studio e delle qualificazioni professionali).
Altro obiettivo, a cui è molto interessato il Bellunese: promuovere i prodotti della Macroregione con una politica di “brand awareness” (marchio “Macroregione Alpina” ovvero marchi individuali con un richiamo di apprtenenza). E, accanto alla creazione di aree transfrontaliere a fiscalità omogenea, ecco che la Macroregione strutturerà un circuito di moneta complementare (o “camera di pre-compensazione monetaria”) per le piccole e medie imprese dell’area alpina, come strumento innovativo per agevolare gli scambi di beni e servizi.
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