Scatta e diffonde foto hot dell’amica avvolta in una bandiera nazista: condannato a 7 mesi

L’uomo è stato condannato per interferenze illecite nella vita privata della donna ma potrebbe anche non essere finita qui. Assolto il coimputato che non era presente in quel momento ma si indaga ancora

Gigi Sosso
Tribunale di Belluno
Tribunale di Belluno

Foto hot avvolta in una bandiera nazista. La diffusione dello scatto clandestino, che è arrivato sul telefono del fidanzato della donna, ha provocato un processo per interferenze illecite nella vita privata e una condanna a sette mesi di reclusione per l’imputato Giovanni Priori.

Mentre è stato assolto Rodrigo Teodoro Ribeiro, l’altro uomo finito a processo.

C’è anche il risarcimento danni da pagare, perché la ragazza si era costituita parte civile con l’avvocato Anna Casciarri e non è ancora finita, in quanto il procedimento ha scatenato altri due filoni: il primo per violenza sessuale e il secondo sulla base di un video, che sarebbe stato girato.

Il pubblico ministero Maria Luisa Pesco aveva chiesto un anno per Priori, mentre l’altro si è salvato perché quando è stato commesso il reato non era presente. Richiesta di assoluzione per entrambi da parte dei difensori Ferruccio Rovelli e Andrea Rui.

Quella sera di tre anni fa la ragazza pontalpina era uscita con i due e aveva in mente di farla pagare o far ingelosire il moroso di origine balcanica con il quale c’erano dei problemi.

I tre sono finiti in un appartamento e probabilmente la donna stava riposando, quando è stata immortalata con un vessillo del Terzo Reich addosso: rosso con cerchio bianco contenente una svastica. Non si sa da dove fosse saltato fuori, ma non dev’essere nemmeno così difficile procurarselo in rete.

L’istantanea è stata scattata da Priori con il telefono di Ribeiro, mentre quest’ultimo era uscito a comprare le sigarette. La Procura della Repubblica ha indagato entrambi in concorso, ma nel corso del dibattimento sono emerse le reali responsabilità.

L’involontaria modella non sapeva di essere stata ritratta: lo scoprirà quando la fotografia è arrivata su whatsapp al fidanzato. Si è riconosciuta da un tatuaggio che ha sul corpo e anche l’uomo ha avuto la certezza che fosse lei da questo tatoo non visibile a tutti. Dopo la querela, il reato è stato qualificato come interferenze illecite nella vita privata, un reato che il Codice Penale punisce con una pena da sei mesi a quattro anni di reclusione.

Pesco ha ritenuto provata la penale responsabilità di Priori, chiedendo la pena di un anno. Casciarri ha aggiunto alla pena ritenuta di giustizia il risarcimento danni e non era per niente facile per Rovelli rimediare una sentenza favorevole, a differenza del collega Rui.

Il giudice Riposati ha deciso per sette mesi di reclusione. Quando saranno pubblicate le motivazioni, ci sarà appello. A parte il fatto che il procedimento appena finito in primo grado potrebbe avere uno o addirittura due seguiti. Se ne saprà qualcosa più avanti, quando saranno ultimate le indagini.

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