Bavaglio a tre locali: intrattenimento soft e solo fino alle 23

BELLUNO
Il sindaco Prade mette un freno all'intrattenimento musicale in centro città. O meglio, nella zona che insiste tra porta Dojona, piazza Mazzini, piazza delle Erbe e via Mezzaterra.
Con un'ordinanza che porta la data del 17 ottobre, ma che è stata recapitata solo ieri agli esercenti della zona (giusto in tempo per il fine settimana), il primo cittadino vieta di fare musica all'esterno dei locali per tutto il giorno, e consente un intrattenimento soft (definito musica di sottofondo) ma solo all'interno degli esercizi e solo fino alle 23.
I gestori dei locali non ci stanno, e alzano la voce contro quella che definiscono «un'ordinanza ammazza lavoro», tuona Jeanette, del bar Sirena. «Si è voluto privilegiare chi dorme rispetto a chi lavora. Sarà un danno enorme per tutti».
Il sindaco difende la sua scelta, presa con il comandante dei vigili urbani, motivandola con le numerose lamentele ricevute dai residenti: «E' una decisione che fra tutti gli interessi coinvolti predilige quello di garantire la tranquillità di una delle parti più sensibili del nostro centro storico», dice Prade. «Le disposizioni, che valgono da oggi, non vanno dunque viste come limiti, ma come regole che aumentano la qualità della vita. Il principio che sta alla base di questa ordinanza è semplice: non uguali regole per tutti, ma regole diverse che si adattano alle situazioni concrete della città». Già, perchè il divieto vale solo in una zona ben definita, ed è questo che al bar Sirena, ma anche all'Opera e all'enoteca Mazzini, non va giù: «Sono sbalordita», dice una dei gestori dell'Opera. «Perchè l'ordinanza vale solo qui? O tutti o nessuno».
L'ordinanza ai più appare incomprensibile, anche alla luce dei proclami di rivitalizzazione del centro storico lanciati proprio dall'amministrazione in questi anni: «Fino a tre anni fa questa era una città fantasma», spiega Jeanette. «Poi grazie ai locali, e al lavoro fatto per riportare i giovani in centro, si è rivitalizzata, tanto che oggi il centro storico è tornato ad essere un punto di riferimento per i bellunesi. Ma forse diamo fastidio».
O forse è questione di mentalità, come spiega Giovanni Zubiolo del Mazzini: «Serve più elasticità, perchè capisco anche io che ci voglia rispetto e che la musica vada fatta tenendo conto di chi risiede in zona, ma mettere questi divieti non è la soluzione. Bisognava parlarne». Zubiolo è sulla piazza da 25 anni, e sa bene che non è la prima volta che qualcuno se ne esce con un’idea di questo tipo, ma è preoccupato: «Togliere quel poco che consente di lavorare bene significa dare un colpo al nostro lavoro. Tanto vale buttare via le chiavi dei locali ».
Una preoccupazione condivisa all'Opera, che segnala anche «il momento sfavorevole per una decisione di questo tipo, con l'arrivo delle feste, di San Martino, e la gente che girerà di più per i locali. E' pesante, così si fa morire la città invece che rivitalizzarla».
Preso atto dell'ordinanza, i gestori dei locali sono decisi a non lasciarla passare come se niente fosse. «Andrò dal sindaco a chiedere spiegazioni», afferma Jeanette. I gestori vogliono capire, e si incontreranno prima tra di loro per vedere come affrontare la situazione. Il bar Opera arriva a suggerire una raccolta firme tra i clienti dei locali.
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