«Battaglia di Rusecco? Un eccidio»

Lo storico De Donà “rivisita” lo scontro di 510 anni fa: «Durò pochi minuti»

VALLE DI CADORE. La Battaglia di Rusecco del 2 marzo 1508 non fu un aspro combattimento tra l’esercito veneziano comandato da Bartolomeo D’Alviano, e l’esercito di Massimiliano I d’Asburgo, imperatore d’Austria, comandato dal duca Enrico di Brunswick. Parola dello storico Giovanni De Donà, che sconfessa ciò che da sempre sostengono da Venezia: «Fu uno scontro durato poco più di mezz’ora e che si concluse con l’uccisione di oltre 1700 soldati pusteresi. I veneziani ebbero perdite molto limitate: si sarebbe trattato quasi di un eccidio».

È stato storicamente scioccante l’intervento fatto nella sala polivalente di Valle, nel corso del convegno organizzato da Comune e Regola di Nebbiù, per ricordare i 510 anni dello scontro durante gli anni della Lega di Cambra. Quella espressa da De Donà non è però una teoria nuova – e l’oratore lo ha ricordato – visto che era stata fatta durante il convegno di Pieve del 2009 dal professor Zanderigo Rosolo.

«La battaglia si svolse tra il torrente Rusecco, la Borgata di Nogarè di Valle e la piana che porta a Tai», ha detto De Donà. «Il 2 marzo il terreno era innevato. I veneziani avevano aggredito l’esercito nemico da due parti e gli austriaci rimasero intrappolati. Probabilmente la morte del loro comandante Enrico di Brunswick, avvenuta all’inizio del combattimento, potrebbe aver convinto che la sorte dello scontro fosse già determinato a favore dei veneziani, convincendo molti austriaci ad arrendersi».

Una resa che però, da quanto ha affermato l’oratore, basandosi su testimonianze del tempo, Bartolomeo D’Alviano non avrebbe accettato, «perché l’ordine era stato di non fare prigionieri. Così tutti i pusteresi vennero uccisi, anche i pochi che riuscirono a fuggire nei boschi, vennero catturati e trucidati dagli “Stradioti”, una milizia slava a servizio della Serenissima. Tra i morti – che furono spogliati e abbandonati anche se solo feriti– ci sarebbero state anche tre donne inservienti dell’esercito imperiale».(v.d.)

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