«Bastardo» al vigile che multa: condannato

AURONZO. «Bastardo» al vigile urbano. Una parola pesante, detta ad una ventina di metri di distanza, costa ad un auronzano una condanna a un mese di reclusione e a 1.500 euro di risarcimento per l’accusa di oltraggio. Il pubblico ufficiale ne avrebbe voluti addirittura 10 mila, ma il giudice Coniglio si è fermata a questa soglia, di cui mille di provvisionale, cioè di anticipo per la condizionale. Il difensore di A.V., Mazzoccoli, che contava sull’assoluzione con formula piena, anche per insufficienza di prove, aspetterà la lettura delle motivazioni ma ha già annunciato che presenterà appello.
I fatti sono del luglio 2012, quando in riva al lago di Santa Caterina lavora per il turno estivo un rinforzo alla polizia locale, che presta servizio anche da altre parti, come in provincia di Pordenone. Secondo la ricostruzione fatta in tribunale, quel giorno l’agente sta facendo delle multe nel centro di Auronzo e sente distintamente una voce maschile che lo apostrofa da lontano. Il primo accusato è un autista di autobus seduto su una panchina in piazza e sentito ieri in tribunale. L’uomo ha accompagnato una comitiva in Cadore ed esclude fin da subito di aver detto qualsiasi cosa, aggiungendo che probabilmente il colpevole andava ricercato più in alto.
Alle sue spalle ci sono dei condomini, che hanno dei negozi al piano terra. Le parole sarebbero arrivate da quell’area, in particolare da un terrazzo.
Nessuno ha visto in faccia colui che si è lasciato scappare quella parolaccia, ma le indagini arrivano ad A.V., che viene portato a processo per oltraggio a pubblico ufficiale. Alla fine dell’istruttoria, il pm Sartorello ha ritenuto provata la penale responsabilità dell’imputato, chiedendo la condanna a un mese di reclusione. L’avvocato di parte civile Altoè ha aggiunto una richiesta di risarcimento danni di 10 mila euro, infine il difensore ha provato a smontare l’accusa con un’articolata arringa che si è conclusa con la domanda di assoluzione con formula piena. Il giudice Coniglio è rimasta diversi minuti in camera di consiglio, uscendone con la condanna richiesta, ma un risarcimento molto più basso.
Gigi Sosso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi