Barista stangato: aveva un berretto della polizia

L’uomo era stato fotografato con il cappello all’interno del suo locale di Sois. Le indagini portano al sequestro del materiale e alla condanna a 3 anni e 4 mesi 
BELLUNO. Il berretto della polizia al bar. Un berretto che costa una condanna a tre anni e quattro mesi al barista Roberto Dal Borgo. L’uomo ha cercato di spiegare agli investigatori che quel copricapo ufficiale l’aveva trovato al momento di rilevare un locale che si chiamava come uno champagne pregiato.


A prima vista, la pena può sembrare spropositata, ma per questo tipo di reato si parte da due anni in su e all’imputato è stata contestata la recidiva reiterata infraquinquennale. Hanno pesato anche i precedenti penali.


Il difensore Giorgio Gasperin aveva puntato sull’assoluzione, oppure sul minimo della pena con tutti i benefici concedibili. Secondo lui, gli atti investigativi non erano utilizzabili e il motivo è fin troppo tecnico da spiegare.


Era stata una fonte confidenziale a inviare alla polizia giudiziaria una fotografia dell’uomo con addosso il berretto, dietro il bancone del locale. Un’istantanea in bianco e nero e anche un po’ sgranata, che lo ritraeva con il fregio della polizia di Stato che prevede l’aquila con le ali spiegate sormontata da una corona turrita e la sigla R.I., Repubblica Italiana. L’ispettore capo ha iniziato le indagini e ottenuto un decreto di perquisizione. Il 17 febbraio di tre anni fa è andato prima nel bar di Sois e poi anche nell’abitazione cittadina dell’indagato.


Il cappello è stato effettivamente trovato e messo sotto sequestro, mentre nulla d’illegale è stato rinvenuto nel domicilio. Il cappello non è un’imitazione, tanto meno una maschera di carnevale e il problema che si è posto è se qualche poliziotto l’avesse perso. In questo caso, avrebbe rischiato una sanzione. I successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che non erano stati denunciati smarrimenti, all’interno della questura.


Il fatto è che ogni agente ne riceve uno in dotazione insieme al resto della divisa e può acquistarne un altro come cambio, esclusivamente in negozi di articoli militari, esibendo il tesserino professionale. Solo materiale ufficiale, naturalmente, prodotto su licenza.


Il pubblico ministero Rossi aveva chiuso la propria requisitoria con la richiesta di una condanna a tre anni di reclusione.


Il difensore ha anche spiegato il motivo per cui non ha scelto un rito abbreviato in maniera da ottenere lo sconto di un terzo della pena e, alla fine di una breve camera di consiglio, il giudice è andata oltre la richiesta della procura della Repubblica, aggiungendo quattro mesi più il pagamento delle spese processuali: la pena base aumentata di tre quarti.




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