«Autorizzazioni irregolari»

BELLUNO. «La Provincia non sta attuando la gestione del demanio idrico che invece le compete. E non sta di conseguenza esercitando la più grande conquista e il più elevato atto di autonomia».
Dopo le perplessità espresse qualche giorno fa in merito al provvedimento amministrativo approvato dal Consiglio regionale in relazione ai siti non idonei, Sergio Reolon torna sulla questione centraline idroelettriche. E lo fa riportando alla “ribalta” una questione che ha i propri antecedenti negli ultimi sei anni.
«Nel 2006, con la legge 2», ricorda il consigliere regionale del Pd, «la Provincia di Belluno (allora presidente era Reolon, ndr) era riuscita a far inserire nella finanziaria il trasferimento all’ente provinciale delle funzioni amministrative in tema di demanio idrico. Si stabiliva che, qualora il Consiglio regionale non avesse approvato detta legge entro il 31/12/2007, le predette funzioni si intendevano automaticamente trasferite». Con un’altra legge poi il termine è stato spostato al 30 giugno 2008. «Proprio all’indomani, il 1° luglio di quell’anno», dice ancora, «mandai gli agenti di Polizia provinciale a pulire l’area di Lambioi, proprio per esercitare questa competenza che era diventata nostra».
Ma i problemi, spiega Reolon, sono arrivati dopo. «Nel marzo 2010 l’allora presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin e la Regione fecero un accordo di programma, che io avevo denunciato in Consiglio provinciale come illegittimo e grave per la realtà provinciale, con ricadute in termini patrimoniali». Questo perché quell’accordo di programma stabiliva, al punto 4, che i procedimenti in essere in tema di centraline, qualora non conclusi entro il 31/12/2012, fossero trasferiti alla Provincia di Belluno. «Anche se per legge lo erano già», precisa Reolon. «E per di più il 18 dicembre la Regione ha deliberato di prorogare il termine alla fine del 2013».
Qual è la conclusione? «Si tratta di una delibera illegittima, perché una delibera in quanto tale non può cambiare una legge. Quindi tutte le autorizzazioni idroelettriche rilasciate dopo il 1° luglio 2008 sono illegittime. La Regione deve revocarle e trasferire tutti i faldoni alla Provincia». Così come al giudizio della Provincia spettano tutte le 150 domande di derivazioni idroelettriche che attualmente si contano per il territorio bellunese. L’atto illegittimo della Regione può essere impugnato, «ma non posso farlo io», continua Reolon, «deve essere chi ha un interesse, come un amministratore locale, per esempio, che si è visto negare un’autorizzazione». Reolon ha sollevato la questione in Consiglio regionale, insieme a un’altra: «La convenzione del 2010 ha stabilito che le grandi derivazioni vadano alla Regione. Ciò significa che i canoni entrano e poi escono. Di un totale di 12 milioni, la Provincia ne “resistuisce” 3 alla Regione». Martina Reolon
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