Autopsia fatta sull’animale «Vedremo se fu maltrattato»
BELLUNO. L’autopsia è stata fatta. L’esame autoptico sulla carcassa del cane Kaos darà le risposte che servono ai diretti interessati: se l’animale era in buone condizioni di salute oppure era stato maltrattato. Le attendono le associazioni animaliste, a cominciare da Siamo tutti animali e, in seconda battuta, la magistratura, perché dopo quello che è successo verso le 19 della vigilia di Pasqua nel parcheggio del Super W di Agordo, ci saranno delle denunce: gli indagati potrebbero essere almeno tre, se non addirittura quattro, con l’ipotesi di reato di maltrattamento e uccisione di animale. Un reato peraltro perseguibile d’ufficio e punito dall’articolo 544 bis del codice penale: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni».
Ieri mattina l’avvocato Marzia Ianese, che rappresenta Siamo tutti animali e il suo presidente Cristiano Fant, era in Procura della Repubblica. Non è matematico che abbia già presentato la querela, perché prima bisogna raccogliere tutti gli elementi e sentire i testimoni, in maniera che l’accusa sia sostenibile da un pubblico ministero di fronte a un tribunale: «Occorre fare ogni passo con la massima cura, in maniera da confezionare una querela che possa innescare concretamente un procedimento penale», spiega il legale, «la situazione è molto delicata e non si può certo mettersi a improvvisare».
Le immagini girate con un telefonino e quelle delle telecamere della videosorveglianza saranno fondamentali. Qualcuno si è lamentato del mancato intervento dei testimoni in una situazione oggettivamente molto pericolosa e con due cani pitbull molto pericolosi: «La gente da noi non è ancora fortunatamente abituata a certe scene, a certi eventi violenti, per cui è normale bloccarsi davanti a determinate situazioni», spiega Fant, «poi bisogna considerare che se qualcuno fosse intervenuto si sarebbe trovato davanti tre persone in uno stato alterato, magari abituate a litigare tra loro, senza nulla da perdere e con dei cani potenzialmente pericolosi che giravano liberi sul posto». —
G.S.
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