Audiolibri contro la malattia al Cilp serve un contributo

FELTRE. L'ascolto di un audiolibro o di una rivista di media facilità potrebbe contrastare l'avanzamento della demenza Alzheimer. Non ci sono evidenze scientifiche, almeno per adesso, ma solo...

FELTRE. L'ascolto di un audiolibro o di una rivista di media facilità potrebbe contrastare l'avanzamento della demenza Alzheimer. Non ci sono evidenze scientifiche, almeno per adesso, ma solo empiriche, osservate dal neurologo Flavio Devetag, presidente del Centro internazionale libro parlato che l'altro giorno, accompagnato dal vice Gualtiero Munerol (fondatore del Centro), ha incontrato il consigliere regionale Dario Bond e l'assessore Remo Sernagiotto a Venezia, chiedendo di poter approfondire questo studio con un sostegno finanziario.

«In questi anni ci siamo accorti che gli anziani che ascoltano le registrazioni messe a disposizione della case di riposo vedono avanzare l'Alzheimer meno rapidamente rispetto agli altri. Pensiamo che ci sia una relazione fra l'ascolto di libri e il contrasto alla malattia», hanno spiegato Devetag e Munerol. È un dato incoraggiante, secondo i proponenti, che va verificato su periodi più lunghi, su più casi e quindi approfondito a livello scientifico. I due rappresentanti del Centro, che da qualche anno ha introdotto nelle case di riposo audiolibri studiati apposta per un pubblico anziano spesso alle prese con disabilità fisiche e intellettive dotando gli ospiti delle strutture anche di un lettore apposito, hanno chiesto alla Regione la possibilità di un sostegno finanziario.

«Studieremo il mondo per arrivare a un contributo anche se la questione non è solo economica», commenta il consigliere feltrino Bond. «È una ricerca molto interessante i cui esiti potrebbero concretamente andare a beneficio di una fascia debole della popolazione per una patologia in costante aumento proporzionale alla crescita delle aspettative di vita».

Sulla demenza Alzheimer, l'attenzione istituzionale è molto alta. All’Azienda servizi alla persona di Feltre, ad esempio, si è affrontato il problema sia a livello strutturale, con la creazione del centro Alzheimer di via Belluno, sia a livello di integrazione di risorse umane per fare quadrato attorno alle famiglie che hanno un congiunto affetto dalla sindrome. Lo stesso Flavio Devetag, quando era primario del reparto di neurologia al Santa Maria del Prato, era stato coinvolto come consulente e come parte attiva di un progetto mirato a far emergere il sommerso, ossia a identificare il più precocemente possibile la malattia dell'anziano per fornire alla famiglia gli strumenti conoscitivi e operativi di gestione e di consapevolezza del problema e prepararsi ad affrontarla in fase conclamata.(l.m.)

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