Attesa per i funerali di Denis Giust e Antonio Amato

Un medico del pronto soccorso: «L'incidente in moto spesso dipende dal calo di attenzione»
Motociclisti a Pian Osteria
Motociclisti a Pian Osteria
 
BELLUNO.
Accade quasi tutti i week end: il sole e i tornanti invitano a vestire i panni del centauro, salire in sella alla moto ed affrontare la strada. Il pericolo è in agguato ed ogni volta veste abiti diversi che si chiamano disattenzione, velocità, inesperienza. E l'epilogo è quasi sempre lo stesso: Denis Giust, 40 anni, di Santa Lucia in provincia di Treviso, morto sabato per aver perso il controllo della sua Triumph 1150 a Pian Osteria, al confine tra Tambre e Farra, Antonio Amato, cinquantenne di Caselle in provincia di Padova, deceduto la mattina del 2 giugno sulla strada che porta al passo Fedaia.  Tra gli amanti dei motori, c'è chi non si sorprende, ma si indigna. Come un dottore del pronto soccorso di Belluno, che sul profilo facebook del Corriere delle Alpi, scrive: «Essere in turno nei week end estivi è doloroso, so già che dovrò vedere un motociclista tra i 20 e i 40 anni morire. La causa è semplice: guidare la moto per alcune ore sui tornanti dolomitici è faticoso e l'attenzione cala. Bisogna allenarsi, essere consapevoli del mezzo e delle traiettorie. Per rendersi conto di che cos'è una brutta frenata o una curva ben fatta, sono utili i corsi di guida sicura. Costano meno di una carena strisciata e molto meno di un funerale».  E su facebook gli amici del Motoclub Collalto hanno ricordato Denis, un compagno di avventure che era anche un pilota esperto. Denis con la sua Honda 250 a due tempi aveva ottenuto buoni risultati anche a livello nazionale. Ed è proprio questo a lasciare senza parole: in tanti si chiedono come abbia potuto perdere il controllo e finire fuori strada. Un dolore grande per i famigliari, la moglie e il suo bimbo di 8 anni che avevano già temuto per lui dopo un brutto incidente avvenuto qualche anno fa.  Il funerale non è ancora stato fissato così come quello di Antonio Amato, che è finito contro il parapetto di una piazzola di sosta: la moto è rimasta incastrata nella ringhiera mentre lui è stato sbalzato in avanti, nella profonda gola del torrente Pettorina. E' precipitato per un centinaio di metri sfracellandosi nel greto del corso d'acqua.  L'ultimo saluto sarà dato ad Amato nella chiesa parrocchiale di Caselle dopo che l'autorità giudiziaria avrà dato il nulla osta per il trasporto della salma. Il corpo del cinquantenne infatti è ancora nell'obitorio di Rocca Pietore, dove è stato trasportato dopo il recupero.  La morte di Antonio Amato ha suscitato dolore e commozione a Caselle dove abitava dal 1986 arrivando da Padova, dove vive ancora l'anziano padre. Antonio e la moglie Monica si erano trasferiti nella nuova abitazione di Caselle dopo essersi sposati nel marzo di quell'anno, un matrimonio che li aveva visti condividere anche la passione per la moto, ma che nel marzo scorso dopo 25 anni, si è interrotto. Una vicenda che aveva gettato Antonio in una profonda depressione, come raccontano vicini di casa e amici, situazione che ha fatto sorgere il dubbio che quello di Rocca Pietore non sia stato un semplice incidente.

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