Assoluzione numero sette per il Barone

Stavolta l’ex cognata  accusava Rudatis di danneggiamento dell’automobile minacce e molestie 

alleghe. Settima assoluzione per il “Barone delle Dolomiti”, cioè Giuseppe Rudatis (avvocato Silvia Dolif) accusato di danneggiamento, minacce e molestie nei confronti dell’ex cognata, Jarmila Zorvanova. I due hanno avuto diversi problemi e infatti questo non è il primo procedimento che li ha visti l’una contro l’altro ma quasi sempre con lo stesso esito.

Il processo che si è concluso ieri riguardava fatti che risalgono al 2014.

Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe danneggiato l’automobile della donna, incidendo la minaccia “ti faccio un c.. così”. Oltre al presunto danneggiamento della vettura, si erano aggiunte anche accuse di varie forme di disturbo e molestie che l’uomo avrebbe messo in atto nei confronti dell’ex cognata.

In alcuni casi questi atteggiamenti si sarebbero consumati attraverso lo strumento dei social network.

Durante il dibattimento sono stati ascoltati numerosi testimoni, tra i quali quasi tutti i parenti dell’imputato che conoscevano anche la parte offesa (ascoltata anche lei in udienza) e i carabinieri che avevano raccolto la denuncia ed eseguito le relative indagini.

È proprio da queste testimonianze che è emersa la mancanza di prove a carico del Rudatis rispetto alle accuse mosse dall’ex compagna del fratello, a partire dal danneggiamento della macchina, fatto per il quale non è stata dimostrata la responsabilità dell’imputato.

Era già successo in altri sei procedimenti nei quali Rudatis è stato assolto o addirittura prosciolto. Solo pochi giorni fa, a fine novembre, l’imputato (al quale piace essere definito il “Barone delle Dolomiti”) è stato assolto dall’accusa di minacce aggravate, sempre nei confronti della Zorvanova, che lo aveva accusato di averla minacciata con un coltello, ma non era risultata credibile rispetto a quanto dichiarato in querela. Stessa sorte per l’accusa di lesioni. Un’altra volta l’imputato era accusato di aver minacciato una famiglia con un carro funebre e anche quella volta fu assolto. L’unica condanna. In un paio di occasioni, invece, è arrivata anche la condanna, che però è stata appellata dall’avvocato Dolif. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi