Arrivano i cani maremmani contro i lupi
La prima coppia è stata consegnata ad un allevatore di Tambre, nei prossimi giorni anche in Visentin

BELLUNO. Arrivano i cani maremmani per aiutare i pastori alle prese con il ritorno dei grandi predatori nel Bellunese. Otto cani da guardianìa di razza pastore maremmano-abruzzese, provenienti da un allevamento specializzato di Acquapendente (in provincia di Viterbo), aiuteranno gli allevatori dell’Alpago, della Lessinia, di Col Visentin e delle Prealpi bellunesi a difendersi dagli attacchi dei lupi. La Regione, con i fondi del progetto Life Wolfalps, ha acquistato quattro coppie di maremmani-abruzzesi (con un impegno di spesa di circa 9 mila euro) che vengono ad aggiungersi ai 5 già consegnati nei mesi precedenti.
La prima coppia dei pastori maremmani è stata consegnata ieri a Tambre, ad un allevamento ovi-caprino. Nei giorni successivi una coppia sarà consegnata ad un allevatore della zona di Col Visentin, e un’altra andrà ad un pastore di Montebelluna che d’estate porta le proprie greggi al pascolo nel Bellunese. Infine, la quarta coppia andrà ad un allevatore di Crespadoro, nella Lessinia vicentina.
«Salgono così a 13 i cani specializzati nella protezione delle greggi e degli armenti acquistati con i fondi del progetto europeo – sottolinea l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan – Aiuteranno gli allevatori a proteggere gregge e bestiame dai sei branchi di lupi attualmente rilevati in Veneto, in totale ci sono 38 esemplari censiti. L’impiego dei pastori-maremmani appositamente addestrati, insieme al corretto posizionamento dei recinti elettrificati forniti dalla Regione grazie ai fondi di Life Wolfalps, si confermano strumenti efficaci per prevenire le predazioni dei lupi e consentire la regolare attività di pascolo in quota».
«Fermo restando il nostro impegno per ottenere un adeguamento delle normative comunitarie all’evoluzione della presenza del lupo nelle aree montane tradizionalmente vocate all’agricoltura e all’allevamento – ribadisce Pan – la Regione continua intanto a investire in maniera significativa nella prevenzione e negli indennizzi agli allevatori colpiti: solo nel 2017 abbiamo pagato 137.529 euro di risarcimento agli allevamenti di montagna vittime delle predazioni del grande carnivoro. Per ora prevenzione e indennizzi sono gli unici strumenti possibili per gestire la presenza del lupo sulle nostre montagne. Mi auguro che l’azione di pressing intrapresa nei confronti degli organismi comunitari e il recente orientamento assunto dal parlamento europeo possano portare a nuove direttive che consentano di impostare un diverso piano di gestione nazionale e di validare possibili iniziative di contenimento da parte delle singole regioni».
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