Arriva il padre del «demenziale»

Il nuovo progetto di «Freak» Antoni: la fusione tra classica ed heavy metal
Non solo demenziale. In attesa dell'esibizione di sabato a Quero sul palco del Plettro, Roberto "Freak" Antoni, storico leader degli Skiantos, presenta al Corriere delle Alpi il suo nuovo progetto musicale, che mira a fondere musica classica ed heavy metal.  Roberto "Freak" Antoni, bolognese di 56 anni, è l'indiscusso padre del "demenziale", inventore del termine e coniatore di una forma d'arte che ha avuto molti proseliti, benché, come spiega lo stesso Freak, l'intenzione originaria di questo linguaggio sia spesso stata ridotta al suo lato più superficiale.  Non a caso, Antoni, che con il consueto humor si dice «orgoglioso di essere da 35 anni con gli Skiantos sulla cresta dell'onta», è un artista poliedrico e colto che rivela un sottile capacità di analisi delle cose che gli stanno intorno.  Se la comicità resta la forma preferita per stravolgere il "buon senso" delle cose, Freak, che può perfino vantarsi di un fumetto ispirato alla sua vita, ha fatto della ricerca una delle cifre del suo percorso artistico. Oltre a numerosi libri e monologhi, diversi sono stati i progetti musicali creati parallelamente all'attività con gli Skiantos, da "Beppe Starnazza e i vortici" al recente "Ironikotemporaneo" fino alla nuova "Freak Antoni Band", che sabato lo vedrà ritornare in provincia.
 La prima domanda d'obbligo riguarda i tuoi ricordi bellunesi. Non è la prima volta che sali sulle Dolomiti.
 «Mi sono sempre trovato bene dalle vostra parti e la sensazione è sempre stata quella di capirsi al volo. Belluno mi ricorda poi una vecchia fidanzata di Vittorio Veneto che studiava a Cortina e mi ha presentato diverse amiche bellunesi, facendomi visitare il capoluogo».
 Allora Freak, parlaci di questo nuovo progetto.
 «La band, porta il mio nome, ma è formata da sette validi musicisti che rispondono al nome di Alessandra Mostacci, alias Alexandra Mostachova al piano, Franco Nipoti al basso, Beppe Ruotolo alla chitarra, Roberto "Granito" Morsiani (ex Skiantos) alla batteria, Sofia Buconi (recente protagonista di X Factor) ai cori e Fabio Galliani all'ocarina. I sipari comici non mancheranno, ma il progetto non intende essere demenziale. Non certo perché rinneghi il genere, ma perché periodicamente ho bisogno di dare sfogo alla mia vena creativa, superando i confini di genere. La band vuole proporre una commistione fra la musica classica e il metal e trova i propri punti di forza sulla rilettura di un Mozart "punk ante litteram", traendo anche spunto da alcune sue lettere "sconcie"; sulla personale rifinitura di un testo inedito di Pier Vittorio Tondelli che mi regalò e su una poesia di Majakovskij del 1922 ribattezzata "Compagno Dio".
 Dunque pezzi inediti.
 «Certo, e a fine mese è prevista l'uscita del nostro cd. Stiamo comunque provando ulteriori brani nuovi».
 E la risposta del pubblico come è stata?
 «Direi buono. Del resto lo spettacolo è ricco e proponiamo soluzioni credo molto interessanti, come l'innesto dell'ocarina che è uno strumento bellissimo».  
Cosa ascolta in questo periodo Freak Antoni?
 «Di tutto, anche se talvolta ho bisogno di silenzio. Ascolto musica contemporanea e classica, che Alessandra mi sta aiutando a comprendere e ovviamente rock, il mio genere preferito».
 Ma in Italia, parafrasando il titolo di un tuo libro, c'è gusto ad essere dementi? Ritieni che la vostra profonda innovazione linguistica sia stata compresa?  
«Il demenziale mi interessa in quanto coincide con una forma artistica che attraverso i paradossi del linguaggio e della società permette di creare emozioni e forme di consapevolezza. In effetti il grande pubblico e molti addetti ai lavori hanno però spesso recepito solo la parte più ridanciana e talvolta volgare di un linguaggio che invece vuole, senza rinunciare per questo al gusto per l'umorismo, dire cose importanti e talvolta impegnate. Del resto, se pensiamo che la popolarità di Elio e le Storie Tese, che a mio avviso scrivono quasi sempre testi insipidi, è data dalla loro perizia strumentale, abbiamo il riscontro che la svolta profonda che intendevamo dare con gli Skiantos si è declinata in valutazioni superficiali».
 Che differenza passa fra demenzialità e satira?
 «Mentre la satira punta solo alla critica politico-sociale, il demenziale è una forma d'arte più ampia che gioca con il linguaggio».
 A novembre ti è stato consegnato un prestigioso premio Tenco, che ti riconosce dei meriti storici nel'ambito dell'innovazione.
«Non ti posso nascondere che mi sono sentito molto lusingato e che il mio orgoglio ancora gongola. Fra questi meriti c'è l'invenzione di una gran mole di aforismi caustici diventati molto popolari.
 Puoi salutare i nostri lettori con una frase delle tue che fotografi l'attuale momento storico dell'Italia?
 «Normalmente, una volta toccato il fondo non si può che risalire. Stiamo invece scavando e siamo ormai lanciati ben oltre il doppio fondo».  

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