Arrampicare con il «metodo Caruso»
Da domani a domenica lezioni pratiche e teoriche alle cascate di ghiaccio
L'arte di arrampicare su roccia e ghiaccio: questo il titolo di una pubblicazione di successo di Paolo Caruso, uscita alcuni anni fa (ed. Meditarranee, 2002). E certo a tutti gli appassionati della montagna l'autore è ben noto, essendo apprezzata guida alpina e vero maestro di questa disciplina, famoso tra l'altro per la prima invernale al Cerro Torre in Patagonia. Ma se leggiamo il sottotitolo, ovvero "Un metodo per sviluppare la coscienza di sé", forse ci rendiamo conto di trovarci di fronte a qualcosa di più di uno sportivo: un autentico filosofo. Il nostro, infatti, ha elaborato una vera e propria metodologia tecnica e didattica per l'arrampicata su roccia e ghiaccio, che appare in continua evoluzione. Secondo questo metodo, l'arrampicata possiede un forte potenziale educativo per l'essere umano nella sua interezza, tanto da favorire la conoscenza di sé e delle proprie emozioni, la consapevolezza della responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri. Il volume espone i risultati di una ricerca scientifica dei "fondamentali" del movimento sul verticale, coniugandoli con le conoscenze acquisite dall'autore in altri ambiti di attività (arti marziali, Qi Gong, shiatsu, filosofie orientali), oltre che con la sua vasta esperienza di alpinista. Per questi motivi, gli elementi fondanti del Metodo Caruso trovano applicazione in molte altre discipline e aspetti della pratica alpinistica e non solo. Come ci spiega Umberto Santucci, suo allievo e collaboratore, il metodo si basa sulla posizione del baricentro del corpo, che deve cadere sempre all'interno di un triangolo costituito dai tre punti su cui ci si attacca alla parete di roccia. Esso costituisce una posizione di riposo, da cui guardare verso l'alto, cercando la prossima posizione in cui si andrà a riposare, all'incirca un metro più su. Una scalata di 20 metri si scompone così in microscalate di qualche metro, passando da un riposo all'altro. «Mi pare interessante proporre il metodo ai manager», dice Santucci, «perché essi passano da una situazione di stress ad un'altra nel modo più stressato possibile. Quando arrampichi, se non impari a riposarti anche su una parete strapiombante, dopo pochi metri sei sfinito. Se non te la stai godendo, stai sbagliando qualcosa. Torna nella posizione di riposo da cui sei partito, ristudia bene il problema per affrontarlo in modo diverso, e riprova». Per chi volesse avvicinarsi a queste tematiche, Sappada offrirà la grande occasione da domani a domenica allorché Caruso terrà delle lezioni pratiche e teoriche sulle cascate di ghiaccio. (w.m.)
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