Apre una sala scommesse inutile il no del Comune

SANTA GIUSTINA. Desta molta preoccupazione tra i cittadini di Santa Giustina l’apertura di una sala scommesse, di cui si intravedono le prime avvisaglie dalle vetrine ancora parzialmente coperte in...
Di Anna Apollonia

SANTA GIUSTINA. Desta molta preoccupazione tra i cittadini di Santa Giustina l’apertura di una sala scommesse, di cui si intravedono le prime avvisaglie dalle vetrine ancora parzialmente coperte in viale della Stazione. È una novità assoluta per il paese, rimasto finora immune a questo tipo di strutture anche grazie ad un regolamento comunale che vieta assolutamente le sale giochi sul territorio del comune. Quello che si sta scoprendo in questi giorni, però, nello sconcerto generale, è che questo regolamento non serve a mettere un freno alle sale scommesse, perché queste strutture sono soggette alla sola autorizzazione della Questura, senza nessun coinvolgimento del Comune.

Era stato il consigliere di minoranza Steve Radamondo, della lista “Il comune futuro” a presentare, durante un consiglio comunale dello scorso giugno, la richiesta di appoggiare il “Manifesto dei sindaci per la legalità e contro il gioco d’azzardo”, una iniziativa che stanno portando avanti molte amministrazioni locali proprio nel tentativo di fronteggiare la proliferazione delle sale scommesse e nel tentativo di riprendersi autonomia decisionale. Il Manifesto, infatti, chiede di modificare la normativa in materia, restituendo competenza in materia agli enti, che possano esprimere un parere preventivo e vincolante di fronte alla richiesta di apertura di queste strutture e abbiano la possibilità di stabilire dove si possono insediare (quindi fissando, per esempio, distanze minime da scuole e altri luoghi “sensibili”) e limitare gli orari di apertura. La mozione è stata approvata all’unanimità, anche se, come ha commentato il sindaco Ennio Vigne nell’ultimo consiglio comunale, purtroppo queste strutture generano forti introiti per le casse dello Stato, e questo rende molto difficile avere potere di trattativa quando si tratta di trovare un modo di limitarli. Quello che preoccupa, a questo punto, e con l’apertura della sala scommesse ormai imminente, sono i numeri di questo fenomeno, riportati proprio nel “Manifesto dei sindaci”: un fatturato pari al 4 per cento del prodotto interno lordo, ma anche pari al 12 per cento della spesa delle famiglie italiane, con 15 milioni di giocatori abituali di cui 3 milioni a rischio patologico e 800 mila che già sono in questa condizione di dipendenza. Numeri che crescono anche in un periodo di crisi, in cui i commercianti lamentano il crollo dei consumi, un fenomeno che acuisce, in alcuni casi, le situazioni di disagio. E trovarsi il luogo per giocare a due passi dalla porta di casa non aiuta sicuramente a combattere queste situazioni.

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