Appalto-mensa la Dussmann va al consiglio di Stato

FELTRE. Il Tar le ha dato torto, ma la Dussmann non si arrende e impugna l'ordinanza del tribunale amministrativo ricorrendo in appello. L'azienda con sede a Milano che era stata prima ammessa alla...

FELTRE. Il Tar le ha dato torto, ma la Dussmann non si arrende e impugna l'ordinanza del tribunale amministrativo ricorrendo in appello. L'azienda con sede a Milano che era stata prima ammessa alla gara dell'Usl per l'aggiudicazione del servizio ristorazione e poi esclusa per un pregresso giudiziario emerso a seguito di controlli dell'Usl 2, ricorre in appello al consiglio di Stato. Quantomeno per recuperare la cauzione provvisoria di 247 mila euro versata secondo gli accordi sugli appalti. Così i vertici di Dussmann hanno comunicato all’Usl di Feltre il ricorso in appello al consiglio di Stato contro l'ordinanza del Tar che ha rigettato la richiesta di misura cautelare presentata dalla ditta. L'udienza è fissata per la metà di novembre.

Il contenzioso è nato qualche mese fa quando sono risultate idonee, ai fini della futura gestione del servizio ristorazione, due ditte, la Serenissima (riconfermata di recente aggiudicataria dell'appalto) e la Dussmann di Milano che si sarebbe avvalsa dell'ausilio delle Opere Pie per la fornitura dei pasti. Ed è proprio a questo proposito che è sorto il problema, cioè quando la responsabile del procedimento dell'Usl 2, facendo le verifiche di rito al casellario giudiziale alla procura di Belluno, ha accertato che non si fosse fatta menzione di una condanna penale riportata dieci anni fa dall'allora legale rappresentante delle Opere Pie. A nulla è valsa la produzione di documenti, compreso il provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Treviso che attestavano l'estinzione di un reato fiscale commesso dieci anni prima. Intanto però per non interrompere il servizio di ristorazione che riguarda l'ospedale e le strutture extraospedaliere sul territorio, l'Usl ha assegnato alla Serenissima un appalto novennale per i pasti a degenti e dipendenti. (l.m.)

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