Appalti e velox: la procura chiede i rinvii a giudizio

Spediti gli avvisi di chiusura indagine per il sindaco Franceschi e gli altri coinvolti Da Sartori all’assessore Verocai, al vicesindaco Pompanin, alla Zangrando
Di Cristina Contento

CORTINA. Caso Franceschi: inchiesta chiusa e nessuna richiesta di archiviazione.

Sono arrivati gli avvisi di chiusura indagine al sindaco Andrea Franceschi e alle altre persone coinvolte nell’affaire legato alla turbativa dell’appalto sui rifiuti e al caso autovelox: un passaggio che è anticamera della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Antonio Bianco.

Con Franceschi, accusato tra l’altro di abuso d’ufficio, erano stati indagati in sette, con ipotesi di reato che vanno, a vario titolo, dall’abuso d’ufficio alla turbata libertà degli incanti, rilevazione di segreti d’ufficio. Caduta la violenza privata in ordine alla contestazione delle pressioni nella gestione di tele-laser e attrezzatura durante il periodo di tornata elettorale.

Appalto dei rifiuti e gestione di autovelox ed etilometri: questi i due filoni nei quali la procura bellunese e le Fiamme gialle hanno messo il naso. La prima tranche, che ha portato anche agli arresti domiciliari del sindaco Franceschi e al suo “esilio” da Cortina, in virtù del divieto di dimora inflitto successivamente, si muove su tre ipotesi di accusa: la turbativa d’asta, l’abuso d’ufficio e la presunta violenza privata. La procura contesta la presunta volontà di favorire l’imprenditore trentino nell’aggiudicazione della gara sulla raccolta dei rifiuti in Comune.

La seconda tranche (gli autovelox) si muove su abuso d’ufficio e violenza privata, quest’ultimo reato non più contestato nell’avviso di chiusura indagine.

Con Franceschi (difeso dall’avvocato Prade), sono coinvolti anche l’imprenditore Teodoro Sartori (avvocato Antonelli), il vicesindaco Enrico Pompanin (avvocati Conte e Rasera Berna); poi Stefania Zangrando (avvocato Massimo Montino), membro della commissione edilizia cortinese, l’assessore Stefano Verocai (avvocati Prade e Montino). Quanto agli autovelox per il non impiego dei quali in periodo elettorale, secondo la procura, ci sarebbero state pressioni sull’ex comandante dei vigili Nicola Salvato, sono chiamati in causa sempre il sindaco Franceschi e l’assessore Verocai, la Zangrando e l’ex assessore Luca Alfonsi (avvocato Dal Maso).

Tempo venti giorni per procedere al deposito di memorie o richieste di interrogatori, e si andrà alla data dell’udienza preliminare davanti al giudice che dovrà decidere se rinviare tutti a giudizio o prosciogliere.

E di essere interrogato l’ha già chiesto l’ex assessore alla polizia locale Luca Alfonsi che in un primo faccia a faccia con il pm Bianco ha vuotato il sacco sulla storia degli autovelox. Anche la difesa Franceschi ha pronte le sue contromosse.

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